«Una storia cominciata male e che rischia di finire peggio», per dirla col sindaco Giuseppe Falcomatà, quella della pista ciclabile a Reggio Calabria.
Rientrato ad ottobre dalla sospensione, il primo cittadino in una diretta social ha raccontato di averci voluto vedere chiaro sul progetto Bike lane per capire come si potesse correggere un’opera, sommersa dalle polemiche che vanno avanti ormai dalla fine dello scorso anno, occupando il dibattito cittadino.

«Quella che abbiamo oggi – ha detto Falcomatà - è un’opera inutile e pericolosa che non potrà portare i benefici per i quali è stata programmata».
Da ricordare che il Comune di Reggio Calabria è beneficiario di un contributo di oltre 4,5 milioni di euro che prevede la realizzazione di 18 km di nuove piste ciclabili, da nord a sud della città, di cui 6 avrebbero dovuto essere completate entro la fine del 2023 e gli altri 12 km entro il 2026.

Tempistiche che hanno costretto gli addetti ad un tour de force con risultati tutt’altro che accettabili. E con polemiche politiche ma anche dei semplici cittadini che hanno messo in evidenza, dal colore utilizzato alla larghezza della pista, un cervellotico stato di avanzamento tra curve a gomito, zig zag improponibili tra alberi, dislivelli nelle congiunzioni, e saliscendi dal marciapiede.

«Ho chiesto di vederci chiaro rispetto alle responsabilità dei progettisti, dei Rup, di tutti coloro che avrebbero dovuto vigilare sulla corretta esecuzione dei lavori e che evidentemente non lo stanno facendo». 
Il primo cittadino ha poi fatto vedere le cattive condizioni in cui versa l’opera, a seguito di lavori non certo a regola d’arte, e sulla corsia degli autobus: «Non serve una laurea in Ingegneria o Architettura per capire che una pista ciclabile non può essere realizzata in questo modo – ha affermato Falcomatà -. Questo è un attentato alla sicurezza oltre che all’intelligenza dei cittadini».

Proprio per questo i lavori sono stati sospesi con effetto immediato, proprio l’altro ieri, con una delibera del dirigente al ramo. Lo stesso Falcomatà aveva già incontrato i progettisti per capire il da farsi sentendosi rispondere che gli esperti sono loro e che il progetto è valido.
«I cittadini non possono pagare il prezzo dell’incapacità, dell’imprudenza, dell’imperizia e di tutto quello che ci può essere dentro l’esecuzione e la progettazione di questi lavori. Quando ho incontrato i progettisti, con le migliori intenzioni, per provare a rimettere in piedi un progetto degno di questo nome, mi hanno detto che loro sono i tecnici, che il progetto va bene e che è il miglior progetto al mondo. E allora, che queste persone si palesino, spieghino alla città come è possibile realizzare un lavoro in questo modo».

Dopo aver sconsigliato di utilizzare la pista ciclabile Falcomatà assicura che verificherà se c’è la possibilità di poter continuare il progetto, ma anche di più: «Verificherò le responsabilità civili, penali e amministrative di chi ha permesso questo scempio che sicuramente non pagherà la città ma qualcun altro».