Continua a denunciare la mancanza «in una città non di certo tranquilla» di un impianto di videosorveglianza comunale il Procuratore della Repubblica di Lamezia Salvatore Curcio.

 

Anche durante la conferenza stampa sull’operazione “Tifo Selvaggio”, che ha portato all’arresto di venti ultras del Catania per l’aggressione avvenuta domenica scorsa ai danni di quattro docenti davanti alla stazione di Lamezia Terme, il magistrato ha sottolineato come la mancanza di telecamere sia comunali che delle Ferrovie abbia reso più farraginoso ricostruire quanto accaduto e, soprattutto, abbia allungato i tempi delle indagini.

 


Ed è stato in questa occasione che Curcio ha anche dato qualche ulteriore dettaglio sulle indagini svolte sull’omicidio di Francesco Berlingieri, il fruttivendolo di origine rom ucciso il 19 gennaio scorso in via Fiume, nell’ex comune di Sambiase, davanti al suo negozio. Non potendo ricorrere nemmeno in questo caso ad un impianto di videosorveglianza, gli inquirenti, ha spiegato, hanno dovuto mettere mano alle immagini registrate dalle telecamere di privati trovandosi di fronte ad un labirinto di orari non sincronizzati fino a dovere individuare nelle registrazioni un ignaro passante al telefono. Dai suoi tabulati telefonici sarebbe stato possibile risalire con certezza agli orari, avere qualcosa da cui partire per poi riorganizzare tutti i filmati.

 

Ora le rassicurazione del questore di Catanzaro Amalia Di Ruocco che durante la conferenza stampa ha dichiarato: «Siamo intervenuti per fare pressione su chi di dovere e sono partite le pratiche per il sistema di videosorveglianza».