La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Rocco Leva, difeso dall’avvocato Antonino Napoli, arrestato nell’ambito dell’operazione denominata “Cumbertazione” ed accusato di associazione a delinquere e di una serie di turbative d’asta aggravati dall’aver commesso il fatto al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale operante in Gioia Tauro, Milano e altri luoghi del territorio nazionale nota come cosca Piromalli.

 

Nello specifico Leva è accusato, quale dipendente della ditta Pro-Geener, di essere stato perfettamente consapevole dell'attività di turbativa d’asta e di aver fornito un indispensabile contributo al raggiungimento dell'obiettivo, curando in particolare lo sviluppo dei progetti disponendo in particolare, in diverse occasioni, di informazioni riservate o consigli tecnici indebitamente forniti da Nicoletta Angela, presidente delle commissioni di gara. L’accusa ritiene, altresì, che Leva avesse un interesse diretto nell'aggiudicazione della gara poiché sia la St Global S.r.l. che la Pro Geener Srl., in qualità di progettisti dell'impresa aggiudicataria, avrebbero percepito le somme destinate alla progettazione.

 

Le gare di appalto sottoposte all’attenzione della Procura della Repubblica della Distrettuale Antimafia e contestate al Leva avevano ad oggetto i seguenti lavori: "Sviluppo water front della città di Gioia Tauro - realizzazione piazza - sistemazione lungomare - costruzione parco urbano", "Realizzazione centro polifunzionale a servizio della città-porto sul water front", "Sviluppo water-front della città di Gioia Tauro - costruzione parcheggio interrato con piazza sopraelevata", "Sviluppo water-front della città di Gioia Tauro - costruzione parcheggio interrato con piazza sopraelevata rinvio termini presentazione offerte per BUDELLO" e “Riqualificazione urbana di via Asmara per la realizzazione di una scuola primaria e di nr. 36 alloggi".

 

Dopo il fermo a carico del Leva - disposto dalla Procura di Reggio Calabria anche a carico di altri indagati - e la sua conduzione in carcere, allo stesso erano stati concessi gli arresti domiciliari. Il Tribunale della Libertà, accogliendo il ricorso proposto dell’avvocato Antonino Napoli nell’interesse del Leva, aveva sostituito gli arresti domiciliari applicandogli il divieto di esercizio della professione di geometra per un anno.

 

Avverso l’ordinanza del Td.L. la difesa del geometra taurianovese ha proposto ricorso in Cassazione evidenziando che il Leva era un mero dipendente della Pro-Geneer e che si occupava solamente dei computi metrici ed il suo stipendio, come emerge dalle buste paga, non dipendeva dall’aggiudicazione dell’appalto né era legato alla progettazione ma era quello stabilito dal CCNL di categoria per il suo lavoro. Il significato delle conversazioni intercettate – ha evidenziato l’avvocato Napoli – non disvelano nulla di illecito perché si parla di progetti professionali, di misurazioni e di tutta una serie di questioni che chiaramente rientrano nello svolgimento dell'attività professionale del geometra Leva e che l’ordinanza impugnata ha omesso di motivare sull’”in sé” della condotta contestata a Leva: la sua consapevolezza dell’eventuali pratiche fraudolente sottostanti e l’asserito accordo posto a base delle stesse.

 

La Cassazione, all’esito dell’udienza che si è tenuta davanti la VI sezione penale, ha accolto il ricorso proposto dall’avvocato Antonino Napoli nell’intresse del Leva ed ha annullato senza rinvio l’ordinanza del GIP di Reggio Calabria ritenendo che nei confronti del geometra taurianovese non si configurano i gravi indizi di colpevolezza.