VIDEO | Cinque i candidati che hanno presentato la domanda per guidare l'ufficio direttivo più grande d'Italia. I magistrati hanno esposto i rispettivi progetti organizzativi (ASCOLTA L'AUDIO)
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È tempo di audizioni al Consiglio Superiore della Magistratura per la procura di Napoli. Cinque i candidati che hanno presentato domanda per guidare l’ufficio direttivo più grande d’Italia che da oltre un anno è orfano del procuratore capo, dopo il passaggio alla procura nazionale antimafia del magistrato Giovanni Melillo. La quinta commissione ha lavorato per oltre cinque ore, ascoltando in presenza Giuseppe Amato, procuratore capo di Bologna, Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, Francesco Curcio, procuratore capo di Potenza, Aldo Policastro, procuratore capo di Benevento e Rosa Volpe, procuratore aggiunto facente funzioni di Napoli. Cinque audizioni lunghe e interessanti quelle degli aspiranti procuratori per la procura di Napoli che per i prossimi otto anni, chiunque sia il vincitore della sfida togata, potrebbe cambiare pelle da un punto di vista organizzativo.
I progetti organizzativi per la procura di Napoli
Tutti i candidati, a cominciare da Gratteri, al quale viene riconosciuto, al pari di Amato, di essere un ottimo organizzatore, hanno esposto i rispettivi progetti organizzativi puntando molto sul mutamento delle tre macro aree che fino ad oggi coprono tutto il territorio criminale napoletano. Questo discorso andrebbe ad ampliare la capacità investigativa della procura di Napoli in virtù del fatto che i clan di Camorra, nel corso degli anni, hanno esteso i loro tentacoli ad altre zone della Campania, tutte ricadenti nella competenza territoriale della procura di Napoli. Insomma, un cambio di visione, che i cinque candidati si sono sentiti in dovere di proporre alla quinta commissione. Ma non solo. I candidati, inoltre, ritengono che vi sia necessità di uno scambio d’informazioni tra pubblici ministeri al fine di poter condividere il più possibile le strategie investigative. L’obiettivo è quello di rafforzare la lotta alla Camorra, partendo dal basso, come fecero oltre 30 anni fa i magistrati Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fortemente impegnati nel contrasto alla mafia siciliana dopo i primi attentati contro magistrati ed esponenti delle forze dell’ordine.
Procura di Napoli, decisione entro fine luglio
Secondo le indicazioni dettate dal vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, la pratica amministrativa della procura di Napoli dovrà essere chiusa entro e non oltre la fine di luglio 2023. La quinta commissione, nel giro di due settimane, potrebbe sciogliere la riserva esprimendo le singole preferenze per i cinque candidati. Difficile, se non impossibile, che ognuno di loro raccolga un voto a testa. Senza alcun dubbio Amato e Gratteri hanno un vantaggio rispetto a Curcio, Policastro e Volpe, soprattutto in relazione alle esperienze professionali maturate negli anni.
Duello Amato-Gratteri, Curcio outsider
Se da un lato, la procura di Bologna, oggi diretta da “Jimmy” Amato, funziona come un orologio svizzero, capace di sgominare i clan calabresi, i quali, come dimostra l’ultima inchiesta, avrebbero esteso gli interessi illeciti, riciclando i “proventi” della droga grazie all’aiuto di altre organizzazioni criminali, dall’altro abbiamo un procuratore, vedi Nicola Gratteri, che in 30 anni d’attività inquirente ha maturato una conoscenza molto approfondita del traffico internazionale di stupefacenti, avendo coordinato varie inchieste tra il Sudamerica e l’Italia, con la cattura di diversi “broker” della ‘ndrangheta specialmente in Colombia. Ma non è da sottovalutare la posizione di Francesco Curcio, pm del processo “Spartacus” (l’equivalente di “Rinascita Scott” in Calabria), la più grande indagine antimafia contro la cosca dei Casalesi. Insomma, non sarà affatto facile per il Plenum individuare il profilo più idoneo. Un ruolo fondamentale lo giocheranno i consiglieri laici, già decisivi in altre votazioni.