Il Tribunale pitagorico ha emesso il dispositivo in merito indagine svolta dalla squadra mobile che ebbe inizio della denuncia presentata nel settembre 2019 da parte di una ragazza del 2001
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Nella giornata di ieri, 27.luglio, il Tribunale di Crotone Sezione Penale in composizione collegiale ha emesso il dispositivo di sentenza nei confronti di C. G. classe ‘81, dichiarato colpevole del reato di violenza sessuale aggravato dal fatto di aver commesso i fatti nei confronti di minori di quattordici anni e di averli commessi con violenza grave, a causa della quale ne sono derivati pregiudizi per le vittime.
Per queste ragioni il C.G. è stato condannato alla pena di diciotto anni di reclusione, nonché al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare in carcere oltre ad essere interdetto in perpetuo dai pubblici Uffici, da qualsiasi Ufficio attinente la tutela, la curatela e l’amministrazione di sostegno, da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o qualsiasi struttura pubblica o privata frequentata da minori, applicando anche allo stesso, la misura di sicurezza personale, per la durata di anni uno dopo l’esecuzione della pena, del divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati abitualmente da minori.
Il soddisfacente risultato ottenuto è la naturale conseguenza della pregiata attività d’indagine svolta dalla Squadra Mobile che ebbe inizio della denuncia-querela presentata nel settembre 2019, da parte di una ragazza del 2001, vittima di abusi e violenze sessuali iniziate dall’età di nove anni e protrattesi fino ai sedici anni poste in essere dallo zio acquisito.
Sin da allora, nel corso della denuncia-querela e delle informazioni acquisite emergeva che a subire le violenze dello stesso, fosse stata anche la sorella della denunciante nata nel 2006.
Le successive attività tese al riscontro di quanto denunciato, consistite anche in intercettazioni oltre che in diverse escussioni e conseguenti accertamenti, consentivano di far emergere un quadro indiziario grave a carico del C.G. che portava il pubblico ministero a chiedere al G.I.P. l’adozione di una misura cautelare che veniva emessa nell’agosto scorso quando il C.G. venne tradotto presso la casa circondariale di Crotone.