Sventolano le bandiere arcobaleno, mostrano striscioni e cartelli, ai polsi sfoggiano nastri colorati. Al microfono si alternano voci e testimonianze di chi in prima persona ha subito l’omofobia. Gli studenti di Crotone hanno manifestato numerosi in piazza della Resistenza, questa mattina, per protestare contro l’affossamento del Ddl Zan in Senato.

La testimonianza

«Io voglio solo essere protetta e questa legge è importante per me» ci spiega Martina Ciaccia, studentessa del liceo Gravina, tra gli organizzatori della manifestazione. «In tutta Italia si sono mobilitati per questa legge che è stata affossata, anche noi abbiamo deciso di protestare perché Crotone c’è e vuole farsi sentire». Secondo questa giovane ragazza, il Ddl Zan è importante per «tutelare i membri della comunità Lgbt, le donne, i diversamente abili e molte persone non capiscono che include una grande fetta della popolazione».

Martina sa cosa significa essere discriminati: «In prima persona ho voluto promuovere la manifestazione, perché tante volte sono capitati insulti, parole di troppo. E le parole fanno male, sono importanti e bisogna pesarle. Sono stata male per queste cose, ma grazie alle persone che mi sono vicine sono riuscite ad andare avanti». C’è però chi non ha la stessa sua fortuna: «Molte persone, a causa di queste offese e minacce non ce la fanno, magari non hanno nessuno che li rassicuri. Così, proprio per questo, arrivano a compiere gesti estremi. Ecco perché è sempre bene pesare le parole».

La richiesta degli studenti

«Dobbiamo essere tutti liberi di essere ciò che vogliamo» dice al microfono un altro studente che ha promosso la manifestazione. Intorno a lui, tanti giovani che lo ascoltano con attenzione. Altri ragazzi e ragazze raccontano le loro esperienze, portano, ognuno, la loro dolorosa testimonianza, per far capire, dicono, che hanno bisogno di una legge che li tuteli. Molti sono giovanissimi e, spesso, gli episodi di cui sono stati protagonisti sono avvenuti proprio tra i banchi. «Sono troppi questi episodi di discriminazione di qualsiasi tipo, a scuola come in ogni altro contesto. Noi siamo qui per chiedere che ciò non avvenga più» ci dice un’altra studentessa. Le fa eco una sua amica: «Manifestare vuol dire farsi sentire e noi manifestiamo per chiedere maggiori diritti, per tutti».

Il sostegno dell’attivista

All’evento di questa mattina, presente anche Davide Sgrò, l’attività Lgbt catanzarese vittima di diversi gesti omofobi: «Non potevo non essere accanto a questi ragazzi, so cos’è l’omofobia perché l’ho vissuta». Sa anche, Davide, quanto difficile sia l’età adolescenziale, periodo delicato in cui, solitamente, si scopre la propria sessualità: «È importante che anche a scuola si parli di questi temi, di omosessualità, di sessualità. Ma è altrettanto importante insegnare ai ragazzi soprattutto il rispetto, che spesso è ciò che purtroppo manca».