VIDEO | Terzo manifestazione dell'Associazione vivere sorridendo, che chiede da mesi la riapertura di Medicina nucleare: «È una necessità della città e dei malati»
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Non sono bastate le rassicurazioni del commissario dell’Asp di Crotone, Domenico Sperlì, che ieri durante la visita del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, aveva annunciato progetti e interventi, riguardanti anche l’ospedale cittadino, a tranquillizzare i pazienti oncologici. L’associazione Vivere Sorridendo, che li rappresenta, è tornata a far sentire nuovamente la propria voce, rimasta inascoltata da mesi, dopo le due manifestazioni già messe in campo per protestare contro il depotenziamento del San Giovanni di Dio.
Riaprire Medicina nucleare
Questa mattina, una rappresentanza dell’associazione ha promosso un sit-in davanti agli uffici amministrativi dell’azienda sanitaria: «Chiediamo per l’ennesima volta – ci spiega il presidente di Vivere Sorridendo, Giovanni Marsala - la riapertura di Medicina nucleare (reparto chiuso da due anni in attesa di lavori di ristrutturazione, ndr), che è essenziale per questa città e per i malati oncologici. I pazienti che possono permetterselo devono andare per forza fuori o eseguire gli esami a pagamento e non possono usufruire di un servizio che dovrebbe essere pubblico».
Potenziare il reparto di Oncologia
Sperlì ha annunciato anche la ristrutturazione del reparto di Oncologia, con l’unificazione della degenza e del Day Hospital, ora collocati su piani diversi dell’ospedale. Marsala concorda, ma avverte: «Il reparto deve essere potenziato, ha bisogno di più personale e ha ottimi professionisti che meritano di lavorare come si deve. A questo punto, vogliamo cominciare a vedere i fatti».
Ma l’associazione chiede anche «maggiore supporto ad altri reparti, come quelli di Diabetologia, Nefrologia e la Medicina Neonatale d’emergenza». Potenziare l’ospedale di Crotone diventa una necessità: «Non abbiamo trasporti o una viabilità che ci garantiscano eventuali spostamenti. Abbiamo solo una statale 106 che continua a mietere vittime, una stazione ferroviaria che non si può definire tale e un gioiellino di aeroporto che non riusciamo a sfruttare pienamente».
Mesi di silenzio
Le richieste non sono nuove, sono mesi che vengono ribadite sia a livello provinciale che regionale: «Abbiamo inviato tante Pec alla dirigenza dell’Asp, ma non abbiamo mai ricevuto risposta» sottolinea Marsala che vorrebbe incontrare Sperlì per sollecitare gli interventi necessari alla sanità crotonese.
Alla manifestazione hanno partecipato anche altre associazioni del territorio, tra cui Cittadinanzattiva e il Comitato cittadino aeroporto Crotone. Dalla vicina San Giovanni in Fiore, anche una delegazione di Donne e Diritti: «L’articolo 32 della Costituzione tutela il diritto alla Salute, ma noi calabresi siamo un popolo invisibile» ci dice la vicepresidente Caterina Lucente, mentre un’altra associata, Teresa Ambrosio, ricorda che «anche l’ospedale di San Giovanni in Fiore pian piano sta andando a chiudere, va a morire».