«Il Commissario dell’Asp di Crotone, Domenico Sperlì, appare sempre più assente, distante e lontano dalla funzione di governo dell’azienda sanitaria provinciale».

È quanto sostiene la consigliera regionale Flora Sculco in una nota nella quale si dice preoccupata «perché è questa una modalità inedita che produce inefficienza e lascia aperti e irrisolti i tanti e complessi problemi che vive l’azienda sanitaria crotonese».

Caso Neonatologia

«Sono tanti i segnali che – scrive Sculco - denotano una distanza abissale tra il manager dell’Asp di Crotone e la quotidianità vissuta dalla sanità nella nostra provincia. Ultimo, ma solo in termini temporali, è la vicenda che riguarda il reparto di terapia intensiva neonatale (la Tin) e i servizi ambulatoriali di Neonatologia dell’ospedale di Crotone.
È da oltre un anno che la dotazione organica, tra medici ed infermieri, di Neonatologia è inadeguata a sostenere l’attività quotidiana del reparto e assicurare i servizi. Un problema noto da tempo su cui si registra una lentezza esasperante e inappropriata. Tant’è che il concorso per pediatri bandito a dicembre dell’anno scorso, dopo ben sette mesi, non è ancora giunto al termine».

«Una differenza di gestione spropositata tra l’Asp crotonese e quelle del resto d’Italia che, durante il periodo Covid, hanno accelerato al massimo gli iter amministrativi per l’assunzione di personale. Inutile sottolineare – prosegue la consigliera regionale - quanto sia fondamentale per l’ospedale e per tutta l’utenza della provincia di Crotone un reparto come la Tin, che ci è costato tanta fatica per ottenerlo e mantenerlo».

Nessun confronto

«Tra l’altro – si legge ancora nella nota - questa struttura è compresa nell’atto aziendale dell’Asp pitagorica, redatto e promosso proprio dal commissario Sperlì, in cui è ritenuta di rilevanza strategica per mettere in sicurezza le nascite sul nostro territorio, così com’è stato in questi anni. Nonostante questa urgenza e la rilevanza del tema, del dottor Sperlì non si ha traccia. Non una comunicazione, non una parola, non un cenno… anzi! Gli unici segnali che arrivano sono quelli di una distanza sempre maggiore dal territorio e dalle esigenze sanitarie dei cittadini».

«Non c’è confronto con nessuno, né con le istituzioni locali, né con i sindacati, e – conclude Sculco - nemmeno un rapporto informativo e comunicativo verso i cittadini. Appare a tutti ormai un vero e proprio disinteresse che se confermato costituirebbe una rinuncia all’esercizio del ruolo di guida e di governo della sanità crotonese. Un’abdicazione che non sarebbe tollerabile ed è per questo che il dottor Sperlì farebbe bene a dialogare con tutti i soggetti che hanno titolo sui temi della salute dei cittadini, sui quali, giornalmente, sono sollecitati e tempestati di lamentele, domande e richieste che, nel vuoto informativo e relazionale provocano un malessere sempre più crescente e preoccupante. È auspicabile, oggi più che mai, un protagonismo diverso da parte del commissario Sperlì. Un protagonismo votato al servizio verso il territorio e a promuovere una incisiva attività di riorganizzazione e rilancio dei servizi sanitari dell’intera provincia di Crotone».