Non c’è pace per l’amministrazione comunale di Crotone. L’assessore al Bilancio, Antonio Francesco Scandale, risulta indagato, con altre due persone, nell’ambito di una inchiesta della Procura di Crotone per i reati di truffa, indebita restituzione dei conferimenti, infedeltà patrimoniale e false comunicazioni sociali. I fatti di cui è accusato il membro dell’esecutivo guidato da Vincenzo Voce - nelle vesti di professionista e non di amministratore pubblico - risalirebbero al 2015 e al 2016, quando ancora non ricopriva la carica. La Procura aveva chiesto l’archiviazione delle accuse ma il gip ha invece disposto l’imputazione coatta degli indagati.

Scandale, di professione commercialista, è stato nominato assessore esterno il 21 ottobre scorso, con deleghe al Bilancio, Patrimonio e Società Partecipate. L’affidamento dell’incarico aveva suscitato più di qualche polemica, anche nella stessa maggioranza, essendo stato già consigliere comunale nel corso del secondo mandato dell’ex sindaco Peppino Vallone.

L’indagine a carico dell’assessore – di cui si vociferava da qualche giorno - è l’ennesima tegola che si abbatte sulla maggioranza, che ultimamente mostra segni di instabilità. Proprio domenica scorsa si è consumato lo strappo con il consigliere Fabrizio Meo, accusato dalla Giunta comunale di aver utilizzato espressioni indecorose nei confronti di sue colleghe e di un dipendente comunale durante una seduta di commissione. La reprimenda di sindaco e assessori non aveva risparmiato Carmen Giancotti, presidente della Commissione Pari Opportunità, che non avrebbe stigmatizzato il comportamento del collega.

Ad agitare le acque, anche le famose lettere anonime che giungerebbero a Piazza della Resistenza, per le quali l’amministrazione si è detta pronta a sporgere denuncia contro ignoti.