Il 20enne bolognese Davide Ferrerio sarebbe stato scambiato proprio per il 31enne che da qualche tempo intratteneva una relazione sui social con una 17enne del posto. Per via del brutale pestaggio, è in fin di vita
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La Procura di Crotone ha chiesto l'archiviazione del procedimento a carico di A.C., l'uomo di 31 anni coinvolto nella vicenda da cui è poi scaturita la brutale aggressione a Davide Ferrerio, il ragazzo bolognese di 20 anni ridotto in fin di vita a calci e pugni lo scorso 11 agosto per le vie del centro di Crotone dove si trovava in vacanza con la famiglia. Ferrerio, secondo quanto hanno accertato gli inquirenti, è stato di fatto scambiato per un’altra persona, in sostanza proprio per il 31enne che da qualche tempo intratteneva una relazione sui social con una minorenne, una ragazzina crotonese di 17 anni. La sera dell’11 agosto la giovane, sollecitata dalla madre, aveva dato appuntamento al 31enne nel centro cittadino con l’intento di conoscerlo di persona e avere un chiarimento. In realtà i familiari della minore avrebbero avuto l’intenzione di dargli una lezione.
All’appuntamento, infatti, oltre alla 17enne e alla madre 41enne, oltre ad altri familiari, si presentò anche Nicolò Passalacqua, 21enne di Colleferro, spasimante della minore, che materialmente aggredì Ferrerio. E che per questo è stato arrestato il giorno successivo al pestaggio con l’accusa di tentato omicidio. Nei giorni scorsi sono state poi arrestate anche madre e figlia con l’accusa di concorso anomalo in tentato omicidio. Quella sera il 31enne riuscì a scampare all’aggressione perché si rese conto delle intenzioni del gruppo che lo attendeva in centro e per sviarlo dalla sua persona inviò alla 17enne un messaggio sul cellulare affermando di indossare una maglietta bianca. La stessa che casualmente indossava anche Davide Ferrerio.
Il 31enne era stato formalmente indagato a seguito di una memoria presentata il 17 novembre scorso dal collegio difensivo della famiglia della vittima. Memoria nella quale si adombravano responsabilità penali nei suoi confronti proprio per aver inviato quel messaggio – «ho una maglietta bianca» - dal quale era scaturita l'aggressione a Ferrerio scambiato per la persona che aveva avviato una relazione con la minorenne. La Procura della Repubblica di Crotone ha chiesto l'archiviazione - spiega una nota - «in coerente continuità con quanto già valutato nei precedenti provvedimenti di questo ufficio e della Procura per i minorenni ed espressamente considerato dal gip di Crotone e dal gip del Tribunale per i minorenni nelle loro ordinanze custodiali».
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In particolare il gip presso il Tribunale di Crotone, nella sua ordinanza, spiega che il gesto del 31enne è stato di «un'untuosa viltà» che però «non può essere considerata penalmente perseguibile perché l'evento tragico non era prevedibile». La Procura ricorda anche come «in precedenti memorie scritte, le difese delle persone offese avevano ipotizzato le responsabilità di un passante a bordo di uno scooter (ripreso dalle telecamere di sorveglianza) intento ad utilizzare il cellulare e che, come già comunicato, è totalmente estraneo alla vicenda».