VIDEO | Nonostante le limitazioni agli accessi nel nosocomio a causa del Covid, associazioni e commissioni consiliari del Comune hanno fatto pervenire dei regali per i piccoli pazienti
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All’ospedale di Crotone, da qualche giorno, l’ingresso ai visitatori è vietato, a causa del peggioramento della situazione epidemiologica: l’aumento esponenziale dei contagi ha portato l’Asp ha innalzare il livello di allerta, portandolo ad arancione. Le limitazioni in vigore, però, non hanno privato i bambini del reparto di Pediatria dal ricevere doni in vista dell’Epifania, grazie alle commissioni consiliari Pari opportunità e Politiche sociali, in collaborazione con il Centro servizi volontariato e l’associazione "Nikol Ferrari - La vita in un dono". Il passaggio di consegne degli undici sacchetti con dentro la tradizionale calza di dolciumi, un libro da colorare, una tazza colorata, è avvenuto nel piazzale antistante l’ingresso principale del San Giovanni di Dio. A ritirare i doni e portarli in reparto, il primario di Pediatria, la dottoressa Anastasia Cirisano.
Un piccolo gesto di solidarietà
«Abbiamo voluto dare un segno di solidarietà a questi bambini e mostrare che le istituzioni ci sono e che non abbandoniamo i bambini che in queste festività sono ricoverati in ospedale» ha dichiarato Carmen Giancotti, presidente della commissione Pari opportunità del Comune di Crotone. Le fa eco Antonella Passalacqua che presiede la commissione Politiche sociali: «C’è collaborazione tra le commissioni ma anche con le associazioni del territorio, in questo caso in favore dei più piccoli. Ci spiace non poter entrare e vivere con loro questa giornata, regalare un sorriso, ma ci accontentiamo di lasciare questo piccolo segno».
«Un piccolo gesto – ha detto Filippo Sestito, presidente del Csv Aurora -, quello che stiamo facendo, in un momento difficile per il mondo e per la nostra comunità, con la pandemia che sta di nuovo mordendo fortissimo. Il nostro è un gesto simbolico di fratellanza, di vicinanza e coesione sociale a chi in questo periodo sta passando questi giorni di festa all’interno di un nosocomio. Un gesto che vuole dire che la società civile e le istituzioni sono vicinissime a chi in questo momento sta soffrendo, ricordando a tutti che questa pandemia è difficile da superare e che tutti quanti insieme possiamo farlo se siamo responsabili».
Secondo Luciano Formaro, presidente dell’associazione "Nikol Ferrari - La vita in un dono", l’emergenza sanitaria non deve privare i bambini della magia dell’Epifania: «Dovremmo capire come stanno vivendo questo momento e la cosa più giusta, in futuro, sarebbe raccontargliela con un po’ di creatività perché i bambini non devono smettere di sognare, né quelli di oggi né quelli di domani».
Il Covid non ferma la solidarietà
Attualmente nel reparto di Pediatria sono ricoverati circa 10 piccoli pazienti: «L’attenzione verso i nostri bambini – spiega la dottoressa Cirisano - c’è sempre stata ma nel periodo pandemico ancora di più. La pandemia ha influenzato negativamente l’economia della popolazione, ma nonostante le difficoltà, la solidarietà non manca, è aumentata. Ne siamo davvero felici, perché sono momenti belli, soprattutto in questo periodo festivo». Per i bambini non è semplice rinunciare alle visite dei parenti e degli amici, ma «si distraggono nella scuola dell’ospedale, nella sala giochi e noi stessi facciamo vivere sempre momenti gioiosi ai nostri bimbi».
Il Covid, purtroppo, non sta risparmiando i bambini. Anche in reparto ci sono stati alcuni positivi tra i piccoli pazienti «fortunatamente non gravi, che sono stati gestititi e trattati a domicilio». Cerisano approfitta comunque dell’occasione per ribadire quanto sia importante vaccinare i bambini contro il Covid «perché loro fanno vita di comunità, quindi la diffusione del virus è molto più facilitata perché c’è l’aggregazione, anche se ci sono le dovute distanze. I bambini si contagiano di più perché ormai la popolazione adulta è quasi tutta vaccinata, mancano loro e devono essere vaccinati proprio per fronteggiare questa pandemia, altrimenti non ce la facciamo».