«E adesso quando riaprirà la strada?» Una domanda, un tam-tam che corre sulle bocche dei rossanesi. Di quelli che abitano nel centro storico, quelli che – come dicono da queste parti – “cozzali” (ostinati), orgogliosi e duri a morire, la città alta, quel cuore antico che conserva una storia millenaria, non lo lasceranno mai. Una città piena di ferite che grondano sangue e fiele a causa di un abbandono costante. Senza precedenti. E non c’entra nulla la fusione – lo ribadiscono in tanti anche se non tutti – che, invece, rappresenta l’ultima speranza per rilanciare una realtà che potrebbe dire tantissimo, sia per la sua strategicità nel territorio sia per il suo vissuto che in ogni angolo trasuda di storie, aneddoti e di un passato glorioso.

Fango, desolazione e tanti perché

Oggi c’è desolazione e tanto fango. Quello lasciato dall’ultimo scroscio d’acqua che è venuto giù appena 24 ore fa e che, tra le tante cose “lavate” ha portato via anche il pezzo di una galleria che, venendo giù, ha di fatto reso impraticabile una strada di collegamento principale da e per Rossano alta. Per intenderci, è da quella strada, tra ponti e gallerie, che si articola tutto il traffico del centro storico e della prospiciente Sila Greca, è da quella strada che transita gli autobus turistici; è da quella via d’accesso che si può giungere a servizi importanti per il territorio come la sede sub provinciale dell’istituto previdenziale ed alcune residenze per anziani, tra le più importanti del territorio. Oggi quella strada è chiusa e non si sa per quanto tempo lo rimarrà.

Per riparare la galleria Sant'Antonio servono 900mila euro

Non c’è ottimismo tra la gente. Nessuno. Perché appena tre anni fa, all’indomani dell’alluvione del 2015, sempre sulla stessa strada venne realizzato un bypass a traffico alternato per la chiusura della prima galleria paramassi, detta Sant’Antonio dal nome del colle sovrastante, dichiarata pericolante e strutturalmente instabile. Ancora oggi quel mausoleo, ormai un rudere di cemento armato che si vede da tutta la piana di Sibari, è fermo li, in attesa che qualcuno ci metta mano. Principalmente la Provincia di Cosenza, titolare della strada, che però non ha quei 900mila euro nel suo bilancio necessari per ripararla. E quei soldi non li ha perché quell’Ente, pur rimanendo vivo, è stato svuotato di qualsiasi funzione. Chi interverrà? Di recente la Provincia – il presidente Franco Iacucci in primis e l’assessore al bilancio nonché sindaco della vicina Crosia, Antonio Russo – ha chiesto un intervento da parte della Protezione civile regionale. Che in realtà, avrebbe competenza ad intervenire e soldi da investire per eliminare il rischio di isolamento che interessa un abitato di oltre 6mila persone.

Due km di strada con 5 gallerie e un ponte

Si fa spazio anche l’ipotesi (non confermata) che il comune di Corigliano-Rossano, in somma urgenza, possa momentaneamente ristabilire l’assetto viario, almeno per quanto riguarda la galleria paramassi ceduta ieri, e riaprire la strada al traffico. Ma sarà possibile passare con tutti i rischi del caso. Quelle gallerie e quei ponti vanno risanati, tutti. Sono in totale 2 km di strada con 5 gallerie e un ponte. Senza considerare il prolungamento lungo la vecchia statale Camigliatello-Rossano che rischia di venire giù da un momento all’altro per una frana appesa ad una roccia alta 50 metri che gravita sulle teste inconsapevoli (nemmeno troppo) dei cittadini.

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