Il segretario generale del sindacato: «Senza unione di intenti ed azioni su crisi pandemica ed economica la nostra regione rischia l’abbandono»
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«Negli ultimi giorni, l’acutizzarsi della crisi pandemica, un piano vaccinale che non decolla con migliaia di fiale non somministrate nei frigoriferi, la piattaforma prenotazioni a rilento, le chiusure delle attività per l’ennesimo lockdown rischiano di essere letali per la Calabria». È quanto dichiarato da Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria.
«La politica e i partiti calabresi nei prossimi quattro mesi devono tentare di mettere in campo politiche e scelte condivise per l’emergenza sanitaria ed economica. Abbiamo proposto, - si legge ancora nella nota - unitariamente come sindacato, di fare un lavoro comune per la campagna vaccinale e le misure economiche, ieri è stato siglato un importante accordo nazionale su sicurezza e vaccini nei luoghi di lavoro, ci sono da fare delle scelte vitali per la nostra regione su recovery fund e programmazione europea, si rischia di perdere milioni di euro di risorse, mentre la Calabria soffre e si sta spopolando.
In Calabria, si è perso il controllo del tracciamento dei contagi, non sono state fatte le assunzioni necessarie nel piano anticovid, le strutture sanitarie sono al collasso e la struttura commissariale alla sanità, in trasferta permanente, si è chiusa alla cittadella e dialoga solo al 10 piano con il facente funzioni Spirlì, mentre nelle Aziende provinciali e nelle aziende ospedaliere regna il caos totale e negli ospedali vediamo le file delle ambulanze ed i pronto soccorso adibiti a reparti. In Calabria, anche gli ospedali da campo sono stati assorbiti dal sistema della palude e delle sabbie mobili. Onestamente, dobbiamo rilevare come il nuovo commissario Longo stia ripercorrendo la stessa strategia di chiusura del predecessore Cotticelli e questo è un problema. Purtroppo, in questa tragedia, si avverte uno scollamento tra i problemi della Calabria reale e quello che in questi giorni stiamo assistendo nella politica. A cosa serve, in piena pandemia, con le chiusure, fare una campagna elettorale sei mesi prima, con comunicati, sopralluoghi, camminando sulle macerie e sotto i bombardamenti del virus pandemico ed economico senza proporre soluzioni adeguate all’emergenza? In tempi di guerra, ci si mette insieme, ci si allea, ci si mette gli stivali e si affrontano le emergenze. Il Consiglio regionale dovrebbe essere convocato in seduta permanente, le commissioni dovrebbero lavorare, ed ogni consigliere dovrebbe sentire addosso a se il peso della responsabilità di rappresentare il disagio, la fatica, le incertezze e le paure dei cittadini calabresi. In ogni partito o movimento, trasversalmente, sembra che regni l’anarchia assoluta, la sensazione che si avverte é che ogni singolo consigliere sia già in campagna elettorale, ogni singolo rappresentante di partito, commissario ed affine che sia, sembrano non avere contezza dei veri problemi che affliggono la Calabria, distaccati dalla realtá, senza un’idea collettiva da proporre ed una unità di intenti ed azioni.
In questo momento la Calabria non si sente abbandonata solo dal Governo nazionale ma anche da quello regionale. Invitiamo, la deputazione nazionale ed i consiglieri regionali calabresi, nel momento del governo di unità nazionale, nella fase più critica di sempre della nostra regione, per almeno quattro mesi di raccordarsi con le parti sociali sull’emergenza sanitaria ed economica. Lo chiediamo alle forze di governo ed opposizione in consiglio regionale, lo chiediamo alla politica ed ai partiti, lo chiediamo ai candidati alla Presidenza del consiglio regionale. C’è tempo per la campagna elettorale, ora si affronti l’emergenza insieme. Il sindacato è pronto a fare la sua parte, non facciamo sentire i cittadini Calabresi abbandonati al loro destino».