VIDEO | Il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Angelo Barbato lancia l’allarme: «La mutazione del virus ha soppiantato la forma originaria. Per questo la terza ondata è più aggressiva e pericolosa»
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Le terapie intensive sono occupate all’ottanta percento, i posti letto Covid ordinari al novanta. La provincia di Cosenza è nel pieno della terza ondata e la ricettività dell’Hub dell’Annunziata e dei presidi territoriali non è sufficiente a contenere i pazienti con coronavirus sintomatici e bisognosi di cure.
Bisogna reggere per altri dieci giorni
In tutto, secondo l’ultimo bollettino, sono 205. In 44 hanno trovato una sistemazione al Pugliese-Ciaccio ed al Mater Domini di Catanzaro. Altri sono ancora fermi in pronto soccorso, dove la pressione non accenna ad allentarsi. L’ingresso in zona rossa dovrebbe frenare i contagi, ma i primi effetti benefici si avranno soltanto a partire dalla prossima settimana. Per cui gli esperti si attendono una crescita dei casi e, di conseguenza, dei ricoveri, per almeno altri otto-dieci giorni.
Rispettare la zona rossa
Contestualmente si moltiplicano gli appelli a rispettare le regole imposte dal lockdown. La situazione è drammatica: ogni giorno si registrano vittime ed i casi attivi sono oltre cinquemila. Ma la gravità del momento non sembra essere percepita in maniera chiara per cui la task force dell’Asp continua a registrare, nelle fasi di screening e di contact tracing, comportamenti superficiali e pericolosi.
Mutazione aggressiva
E poi c’è la questione della mutazione del virus. A lanciare l’allarme è il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Angelo Barbato: «Sappiamo dai dati dei nostri laboratori che la variante inglese ha completamente soppiantato la forma originaria del virus – avverte - E questa variante è molto più veloce nella replicazione ed è anche più aggressiva nei confronti di soggetti più giovani. Per cui l’età media delle persone ricoverate si sta abbassando velocemente. Prima avevamo anziani e fragili a rischio, nella prima e nella seconda ondata. Adesso abbiamo contagi anche in adolescenti e bambini ed in terapia intensiva annoveriamo trentenni e quarantenni». Lo abbiamo intervistato