VIDEO | Un professionista calabrese si rivolge al premier Giuseppe Conte: «Guardi alle piccole attività»
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«Se dovessimo andare incontro ad un nuovo lockdown, se ci costringessero a chiudere e il governo ci rassicurasse parlando di misure di sostegno, non ci crederemmo più». Domenico Buonconsiglio, parrucchiere di Lamezia Terme, ha le idee chiare e ha molto da dire su come è stata gestita la fase clou della pandemia e i mesi della riapertura delle attività. Specie ora che la stretta è ricominciata e l’ipotesi di una chiusura di parrucchieri e centri estetici si è palesata.
«Per noi nessun aiuto»
«Secondo quanto ci era stato detto, avremmo dovuto avere aiuti nel sostenere il costo dei fitti dei locali, che abbiamo dovuto pagare anche a serranda abbassata - ci spiega - ci sarebbero dovuti arrivare contributi governativi che si sono, invece, fermati ai mesi di marzo e aprile, avremmo dovuto avere un sostegno per le spese come le sanificazioni, igienizzazioni, prodotti monouso. Al momento è tutto fermo».
Clienti dimezzati
Intanto, il volume dei clienti è calato per forza di cose. Gli accessi sono ridotti e contingentati per garantire le distanze di sicurezza, dopo ogni prestazione bisogna igienizzare e gettare nell’indifferenziata quanto di monouso utilizzato. E poi, ancora, ci sono le spazzole da sterilizzare e così via.
Calate le entrate, tre mesi di chiusura sulle spalle, tasse che continuano a battere cassa. I parrucchieri hanno poco di cui gioire e fanno appello al premier Conte: «Presidente apra gli occhi e guardi alle piccole attività. Stiamo rispettando tutte le regole che ci sono state richieste ma se si dovesse riandare verso la chiusura, come pensa sia possibile gestire un’attività con seicento euro? »