Reggio Calabria porta a casa un primato importante e lo fa proprio in campo sanitario. Il laboratorio dell’Asp reggina diretto dalla dottoressa Maria Teresa Fiorillo ha, infatti, isolato per la prima volta in Italia la variante XJ. Si tratta di una combinazione di Omicron 1 e Omicron 2, rilevata finora solo in poche occasioni in Finlandia.

«I nostri laboratori non si sono occupati solo del processamento dei tamponi ma, anche del sequenziamento – ha dichiarato il capo dipartimento di prevenzione dell’Asp Sandro Giuffrida - Processiamo molti tamponi sospetti per alcune caratteristiche o tamponi presi a campione e questo ci ha consentito nel tempo di individuare, per primi in Calabria, le precedenti varianti e in questo caso addirittura i primi in Italia. Questa variante non è una vera mutazione ma potremmo definirla “ricombinata” perché viene fuori dal riassortimento all’interno di una stessa cellula delle due varianti Omicron. Siamo molto soddisfatti perché questo dimostra come il monitoraggio del territorio sia continuo ed efficace».

E questa nuova scoperta pone nuovamente l’accento su quanto l’emergenza covid sia tutt’altro che conclusa e risultato questo è stato possibile su input del commissario Gianluigi Scaffidi che è riuscito a fare inserire il laboratorio tra quelli abilitati al sequenziamento. «Ci siamo resi conto – ha ribadito Giuffrida – che era fondamentale in un territorio vasto come il nostro avere un laboratorio territoriale, unico nella regione, che non gravasse sulla gestione ospedaliera della pandemia. Se così non fosse stato avremmo solo scaricato sul Gom un’attività di tamponi che probabilmente non sarebbe stata in grado di sostenere. Siamo in assoluto la provincia che effettua più tamponi e questo ci ha aiutato a individuare questa nuova variante. Anche per questo, guardando i dati, risultiamo la provincia con più casi positivi. Questo vuol dire sapere cosa sta succedendo nel nostro territorio perché è chiaro che una volta che si isola una nuova variante significa che la variante sta già circolando».

L’emergenza Covid ha messo in luce tante carenze ma ha dato risalto anche alle grandi professionalità che operano sul territorio. «Questa è una variante per fortuna, almeno per i dati che abbiamo fino ad ora e che sono molto pochi, non ha caratteristiche di patogenicità particolarmente diverse dalle precedenti se non per la trasmissibilità. Ma possiamo tranquillizzare la popolazione perché questo conferma che c’è un ente che continua, nonostante la fine dell’emergenza, a verificare quello che sta succedendo. E questo è possibile grazie alla proroga fino al 30 giugno. Noi rimaniamo vigili ma anche i cittadini devono continuare ad assumere quegli atteggiamenti di precauzione che finora sono stati adottati, quindi ancora mascherine lavaggio delle mani, evitare luoghi affollati e speriamo di uscirne al più presto».