Parate che sembrano...paratie. Nel senso che le 'grandi visite' alla Calabria invece di aprire le porte a un concreto miglioramento in un qualunque ambito, spesso le chiudono ancor di più, e a doppia mandata, con il contentino di un segnale d'attenzione. Un cenno che deve bastare e avanzare. E già, perché assomigliano molto a questo le in verità sporadiche 'discese' di ministri e commissari vari come quella che ieri ha portato a 'pendolare' tra Catanzaro e Cosenza il generale Francesco Paolo Figliuolo. Il militare dalla supercarriera indicato dal Governo Draghi lo scorso primo marzo al posto del predecessore Domenico Arcuri a svolgere la funzione di commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid.

 

Solito schieramento di giornalisti e operatori davanti a lui, tanto in Cittadella nel capoluogo quanto nella tenda sanitaria posta nei pressi dell'ospedale della città dei Bruti, con l'alt(issimo) ufficiale in divisa mimetica da Alpino che prima sguscia via dall'auto per raggiungere entrambi le sedi dov'è atteso e poi, all'uscita al termine delle rispettive riunioni, rilascia la solita dichiarazione di prammatica, nell'occasione anche rassicurante sotto il profilo della vaccinazione di...massa alle latitudini calabresi. Poche battute in cui non può mancare il solito refrain: "Stiamo lavorando" - vorrei vedere il contrario - peraltro frutto di domande necessariamente brevi e, diciamo così, ingessate al pari delle risposte. Nulla di più. Informazione vera zero, insomma. E non di sicuro per colpa dei colleghi, intenti a fare il loro lavoro con puntualità. Ci mancherebbe.

Certo, è anche vero che ci si lamenta sempre del mancato interesse da parte di Roma nei confronti di una regione quale la Calabria considerata da sempre alla stregua dell'ultima provincia... dell'Impero.

 

Ma, di contro, va anche detto che l'aver addirittura avuto per un anno circa un commissario calabrese di Reggio non ha affatto cambiato le cose. Dato sconfortante che ci porta a commentare la venuta di Figliuolo quantomeno con cautela in attesa di assistere a risultati tangibili, magari utili a scongiurare o ridurre al minimo lo 'scivolamento' della regione nella draconiana e ormai famigerata zona rossa con quanto ne consegue.
LEGGI ANCHE: La Questura e Figliuolo chiedano scusa: la libertà di stampa non si tocca
Covid, Figliuolo a Cosenza: «Contento del lavoro fatto in Calabria, i vaccini arriveranno»