Le otto strutture quasi inutilizzate potrebbero ospitare anche i pazienti ricoverati che non hanno più bisogno dell’assistenza in ospedale. La Prociv torna a scrivere alle Asp per sollecitarne l'utilizzo
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Note su note ma il sistema dei Covid hotel in Calabria fatica ancora a decollare. Si tratta delle strutture alberghiere reclutate dalla Protezione civile regionale in tutta la regione e messe a disposizione delle Aziende sanitarie provinciali e dei Comuni per far qui trascorrere il periodo di quarantena obbligatorio a chi, contratto il virus, risulti asintomatico e non richieda particolari cure intensive.
Dotazione sottoutilizzata
Ancora oggi, tuttavia, la pur vasta dotazione di posti letto individuata all'interno di strutture alberghiere rimane in larga parte sottoutilizzata. E così la protezione civile impugna di nuovo carta e penna e scrive a tutte le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi per sollecitare l'uso dei Covid hotel che oltre ad essere rimasti sinora desolatamente vuoti producono anche una spesa per le casse della Regione. L'accordo sottoscritto con le organizzazioni di categoria prevede, infatti, il riconoscimento di un importo pari a 65 euro per le camere occupate e di 15 euro per quelle rimaste inutilizzate. La gran parte per ora.
I numeri
Sono complessivamente otto in tutta la Calabria le strutture alberghiere che hanno sottoscritto un contratto con la Regione e contano la disponibilità di 371 posti letto. Già il 5 gennaio scorso la Protezione civile aveva trasmesso ai dipartimenti Prevenzione delle Asp, ai Comuni e alle Prefetture una nota con la quale si informava dell'attivazione del servizio. Successivamente e anche sulla scorta del mancato utilizzo, aveva predisposto un documento contenente le procedure operative per la gestione dei pazienti Covid asintomatici anche queste trasmesse - il 16 febbraio scorso - alle aziende sanitarie provinciali e ai medici di medicina generale.
Note su note
Ancora il 4 marzo ci si ritenta attraverso l'invio delle procedure operative ai direttori dei dipartimenti di Prevenzione delle aziende sanitarie, agli ordini dei medici provinciali e alle prefetture delle province calabresi. E di nuovo oggi si torna a trasmettere il documento per sollecitare un utilizzo efficace ed efficiente delle strutture ricettive. Il loro impiego certamente consentirebbe anche di decongestionare i reparti di Malattie Infettive degli ospedali calabresi, i cui posti letto spesso continuano ad essere occupati da degenti ancora positivi ma non in gravi condizioni di salute proprio per la difficoltà ad individuare strutture in cui far trascorrere la quarantena.