VIDEO | Assomusica e Agis Calabria chiedono fondi per superare la crisi generata dalla pandemia. Senza sbigliettamento e con i bandi per i finanziamenti bloccati l’emorragia economica si sta facendo importante
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Ristori per tutti, ma non per i protagonisti di uno dei settori più affossati dal Covid 19 e dalle restrizioni applicate dal governo per cercare di contenerne il contagio. Gli operatori del settore della musica dal vivo, rappresentanti dalle sigle Assomusica e Agis, fanno appello al presidente Spirlì e all’assessore al Lavoro Fausto Orsomarso e al Bilancio Franco Talarico, chiedendo che la Calabria, come già fatto da altre regioni, preveda anche per loro delle forme di sostegno.
Senza pubblico e, quindi, senza sbigliettamento e allo stesso tempo senza i bandi regionali con i quali molte realtà hanno dato benzina ai loro spettacoli l’emorragia economica si sta facendo sempre più sfiancante. Senza tenere conto del fatto che l’evolversi della situazione epidemiologica da marzo ad oggi ha portato ad organizzare, programmare, cancellare e riprogrammare più volte. Ma non solo. Le norme sul contenimento spesso hanno inciso fortemente ammettendo pochi spettatori e falcidiando i guadagni anche di meno della metà rispetto alla normalità.
«Abbiamo proposto che sia la Regione stessa ad individuare i soggetti attraverso le selezioni fatte con il bando triennale con il quale ha individuato le migliori professionalità della Regione», spiega Francesco Pollice, che con la sua Ama Calabria ha portato in scena decine di spettacolo teatrali e concerti e che, in questo caso, rappresenta l’Agis, l’associazione generale italiana dello spettacolo. Pollice invita la Regione a confrontarsi e a vedere come altre realtà abbiano già provveduto a sostenere e a foraggiare il sistema, prima che si arrivi al collasso.
Per Assomusica si espone Ruggero Pegna, con la Shownet da anni sulla cresta dell’onda per quanto riguarda gli spettacoli dal vivo: «Visto che non c’è stato alcun riscontro rispetto ai bandi regionali, l’attività è completamente ferma, chi nel periodo estivo ha lavorato ha messo insieme soltanto perdite a causa dei limiti delle capienze ci troviamo a chiedere alla Regione un ristoro per le nostre attività, previsto tra l’altro per qualsiasi altro tipi di attività».