Dopo la tappa alla Cittadella regionale, è giunto puntuale il generale Francesco Paolo Figliuolo nell'ospedale militare di Cosenza riconvertito a punto vaccinale. Non ha rilasciato alcuna dichiarazione. È stato accolto dal comandante del presidio, il tenente colonnello Michele Ricci, dal prefetto Cinzia Guercio, dal sindaco Mario Occhiuto e dalle altre aurorità civili e militari del territorio. 

Presenti naturalmente anche le autorità sanitarie. A ruota è arrivato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, anche lui senza fermarsi davanti al microfono dei cronisti. Mentre il presidente ff Spirlì si è a lungo intrattenuto con la stampa a cui ha spiegato che il generale ha promesso nella prossima settimana una fornitura di almeno 42mila dosi dei prodotti destinati a ottuagenari e fragili.

Ci sono due cose che avremmo voluto chiedere al generale Francesco Paolo Figliuolo e al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio: perché in Calabria arrivano pochi vaccini Moderna e Pfizer, insufficienti per avviare a pieno regime la piattaforma informatica di Poste Italiane ed anche per gestire i richiami. E poi perché, vista la carenza di posti letto, l'ospedale militare di Cosenza sia stato convertito in punto vaccinale, proprio quando con la terza ondata, l'Hub dell'Annunziata ed i nosocomi territoriali sono insufficienti a far fronte al numero dei ricoveri. Ma né l'uno, né l'altro, hanno consentito di porre domande, limitandosi alle dichiarazioni di facciata, del va tutto bene Madama La Marchesa. Ampie rassicurazioni sono state fornite in merito ai rifornimenti e poi sull'aumento della potenza di fuoco, ovvero del numero di luoghi idonei per la somministrazione e di sanitari abilitati a vaccinare. Ma senza la materia prima, anche questo sforzo sarebbe inutile. Secondo Figliuolo i numeri della Calabria sono comunque in linea con quelli nazionali. Ecco le dichiarazioni raccolte: