La Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo d'indagine, al momento a carico di ignoti, per far luce sulla morte di Bruno Pizzata, 61 anni originario di San Luca ma dal febbraio del 2011 ristretto nella casa circondariale "Ugo Caridi" di Catanzaro, dove lo scorso 17 marzo è scoppiato un focolaio epidemico.

Detenuti contagiati 

Bruno Pizzata nella casa circondariale stava scontando la pena per il reato contestagli dalla stessa Procura di Catanzaro di traffico internazionale di stupefacenti, arrestato a Duisburg nell'ambito dell'operazione Overloading, e contagiato in carcere dal Covid. Il 61enne era stato poi trasferito nel reparto di Malattie Infettive dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio a causa dell'aggravamento delle sue condizioni di salute fino alla morte avvenuta lo scorso giovedì. 

Responsabilità medica

Il reato ipotizzato dal sostituto procuratore, Irene Crea, è quello di responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. Il fascicolo d'indagine è stato aperto dopo l'istanza avanzata dagli avvocati Eugenio Minniti, Gianni Russano e Luca Cianferoni volta «ad accertare la verità storica in ordine alle cause che hanno determinato non solo il ricovero di Bruno Pizzata e il successivo decesso ma appurare anche se vi siano state eventuali negligenze nella gestione del paziente. Pizzata è stato infatti ricoverato in ospedale - ricostruisce il collegio difensivo - dopo circa sette o otto giorni di imponente sintomatologia».

Sequestrate le cartelle cliniche

La Procura ha proceduto ad acquisire le cartelle cliniche e ha disposto un accertamento tecnico irripetibile affidando ad un collegio di consulenti il compito di appurare le cause della morte. Contestualmente, il collegio difensivo ha già annunciato la volontà di nominare un perito. Si tratta del secondo caso di detenuti ristretti nella casa circondariale e deceduti all'ospedale Pugliese.

Il focolaio in carcere 

Il primo era avvenuto il 7 aprile, mentre resta sempre alto il numero di contagiati all'interno dell'istituto penitenziario. Sono 77 i detenuti contagiati: 73 trasferiti in un apposito padiglione allestito all'inizio della pandemia mentre un altro si trova ricoverato all'ospedale Pugliese. Sono 19 gli agenti di polizia penitenziaria contagiati e 3 i detenuti scarcerati.