Emergenza Covid: ieri, in serata, un nuovo decesso di una donna di Corigliano-Rossano 73enne. Era ricoverata Cosenza all’Annunziata da più giorni. La forza del virus è stata prevalente. I casi positivi nella giornata di ieri sono stati 31 in città. Il dato si discosta poco dalla media delle ultime settimane, e il sindaco Flavio Stasi si dice speranzoso, poiché si registra una lieve diminuzione. Ma se dovesse esserci una nuova ripresa, o peggio, una impennata dei contagi ha già preannunciato la zona rossa. «Se nelle prossime ore i casi dovessero aumentare o rimanere stabili e non ci dovessero essere provvedimenti extra-comunali, dovrò assumermi ancora una volta la responsabilità di attuare misure diverse.

In molti parlano di "zona rossa", immaginando che questo cambi radicalmente le misure attuali. Non bisogna avere paura di parlarne- ha affermato Stasi- In realtà nell'ultima ordinanza è già presente la chiusura delle scuole, il divieto di spostarsi dal territorio comunale se non per comprovate necessità, l'obbligo di asporto per bar e ristoranti, la chiusura di vie e piazze e gran parte delle misure della zona rossa, pertanto se dovesse essere necessario, dovranno essere studiate misure diverse. Mi auguro di non doverlo fare e l'analisi dei dati delle prossime ore sarà decisivo».

Ipotesi trasferimento reparti da Rossano a Corigliano 

Nel frattempo c’è il problema del pronto soccorso del “Nicola Giannettasio” ormai punto di riferimento di tutta la Sibaritide dei degenti Covid. Nelle ultime ore si è toccata la punta massima: 10 ricoverati nell’osservatorio temporaneo e 5 ambulanze in attesa all’esterno con altrettanti pazienti, mediamente ultrasessantenni, in attesa di ricovero. I sintomi prevalenti: problemi respiratori e polmonite. In queste ore al “Nicola Giannettasio” si ipotizzano soluzioni alternative con lo spostamento di qualche reparto da Rossano a Corigliano al fine di dare spazio a nuovi posti letto destinati ai pazienti Covid. Evidentemente per la consegna dei lavori in corso al quinto piano ( 28 posti letto) i tempi sono ancora lunghi e occorre fronteggiare l’emergenza. Va meglio sul fronte delle vaccinazioni. Ieri sono stati attivati i centri vaccinali destinati agli ultraottantenni e ai soggetti che operano in settori qualificati come servizi essenziali. Si è partiti con la somministrazione delle prime 300 dosi. La prospettiva è quella di pervenire all’obiettivo di 800 persone al giorno, numero dei vaccini permettendo.