L’azienda sanitaria aveva indetto una gara per reclutare personale specializzato per la bonifica, sanificazione e disinfestazione degli ambienti di lavoro, ma alla fine aveva pagato ditte private per fare il lavoro
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Il tribunale di Cosenza, sezione Lavoro, ha accolto il ricorso proposto dagli avvocati Andrea Delmorgine e Alessia Petrone nell’interesse di una dei venti persone risultate vincitrici del concorso bandito dall’Asp di Cosenza - dipartimento di prevenzione - nel mese di marzo 2020, che, all’epoca, non erano stati assunti.
La vera anomalia della vicenda in questione è che nonostante l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza avesse provveduto a bandire un concorso ad hoc ai fini del reclutamento di personale specializzato per provvedere al risanamento, alla bonifica, alla sanificazione e disinfestazione degli ambienti di lavoro delle Aziende Sanitarie, dei centri di somministrazione vaccinale e delle altre Istituzioni Pubbliche, non ha poi dato seguito all’immissione in servizio delle citate figure professionali facendo, invero, ricorso alla stipula di onerosi contratti di appalto con ditte private esterne, per un importo di oltre un milione di euro di fondi Covid per il solo anno 2020.
La conseguenza è che, sebbene il concorso fosse stato previsto per abbattere i costi pubblici, attualmente l’Azienda Sanitaria provinciale di Cosenza sta ancora pagando ditte private per le sanificazioni, ciò con evidente aggravio della spesa collettiva.
Il tribunale di Cosenza, in totale accoglimento delle tesi difensive prospettate dagli avvocati Delmorgine e Petrone, ha dichiarato il diritto del ricorrente all’assunzione alle dipendenze dell’Azienda Sanitaria di Cosenza mediante la costituzione di un rapporto di lavoro con contratto a tempo pieno condannando altresì l’Asp di Cosenza alla relativa assunzione e immissione in ruolo del medesimo.
Il citato pronunciamento farà da pilota nei confronti degli altri soggetti risultati vincitori che si sono visti costretti a ricorrere al tribunale per tutelare i propri diritti.