Il consigliere regionale si unisce al coro di solidarietà: «Come Istituzioni dobbiamo intercettare prima di tutto le cause del disagio sociale, soprattutto tra i giovani»
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La vicenda dei tre attivisti di “Prendocasa Cosenza” ha innescato un dibattito sul tema, con interventi decisi provenienti dal mondo dell’associazionismo e della politica locale. Quello di Franco Iacucci, consigliere regionale del Pd, ma anche presidente della Provincia di Cosenza, ha però una certa rilevanza per la posizione che occupa nello scenario calabrese. Ha parlato di «misura esagerata rispetto alle loro azioni». Il riferimento è alla richiesta avanzata dagli uffici della Questura per l’applicazione della sorveglianza speciale. Le istanze saranno discusse nei mesi di gennaio e febbraio dinanzi al tribunale di riferimento a Catanzaro.
La posizione di Iacucci su Prendocasa Cosenza
«Trovo difficile non unirmi al coro di solidarietà che si è levato nei loro confronti - ha spiegato Iacucci riferendosi agli attivisti di Prendocasa Cosenza -. Sebbene il dissenso e la lotta per i diritti sacrosanti debba svolgersi sempre nel rispetto della legge, la "pericolosità sociale" per cui in genere si attiva la sorveglianza speciale sembra veramente una misura esagerata rispetto alle loro azioni. Pur nel rispetto delle decisioni dell’Autorità giudiziaria, ritengo sia necessaria una riflessione sul modo in cui stiamo rispondendo ad una protesta che si è svolta pacificamente.
«Rimuovere le barriere tra politica e mondo reale»
La prescrizione richiesta dalla Questura sarebbe necessaria perché “idonea a limitare” gli spostamenti “e a contenere il carattere eversivo e ribelle, consentendo alle forze dell’ordine un adeguato controllo e prevenire così ulteriori condotte illecite in danno dell’ordine e la sicurezza pubblica ed il quieto vivere della collettività”. Iacucci è però di altro avviso.
«Come Istituzioni dobbiamo intercettare prima di tutto le cause del disagio sociale, soprattutto tra i giovani, e nel momento in cui decidono di alzare la voce e scendere in piazza, in modo civile, contro le ingiustizie ataviche della nostra terra forse dobbiamo anche trovare il modo di sostenerli. Dando risposte a quella rabbia. Rimuovendo le barriere tra politica e Paese reale. Ricominciando ad ascoltare chi vive tutti i giorni da semplice cittadino il nostro territorio. Punire “eccessivamente” chi fa sentire la propria voce – conclude il presidente della Provincia di Cosenza - è una sconfitta per tutti noi».