Il pubblico ministero della procura di Salerno Francesco Rotondo ha impugnato al Tar del Lazio la nomina di procuratore aggiunto di Cosenza, non solo avverso la delibera del Csm che ha indicato il togato Antonio D'Alessio quale successore della collega Marisa Manzini, ma anche contro la proposta A della quinta commissione che in sede preliminare aveva scelto il pubblico ministero Antonio Bruno Tridico, attualmente in servizio presso la procura bruzia, quale profilo più idoneo per affiancare nell'attività investigativa il procuratore capo Mario Spagnuolo.

La quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura ha comunque deciso di far valere le proprie ragioni davanti al Tar del Lazio opponendosi al reclamo avanzato dal sostituto procuratore della Repubblica di Salerno Francesco Rotondo. Per il relatore Andrea Mirenda, consigliere togato indipendente, il ricorso è da considerare infondato. Rotondo, tuttavia, ritiene di essere nel giusto e chiede giustizia al tribunale amministrativo regionale della Regione Lazio, competente per gli atti deliberati dall'assemblea plenaria di Palazzo dei Marescialli.

Le motivazioni di Rotondo

Rotondo, nei motivi esposti al Tar, ha ripercorso il suo curriculum, evidenziando alcuni dettagli: "Dopo la nomina, dal 2001 al 2006 ha prestato servizio presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, il cui ufficio non era organizzato in gruppi di lavoro specializzati; dal 2006 al 2010 ha esercitato le funzioni presso la Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, anche in questo caso con funzioni promiscue non esistendo gruppi di lavoro specializzati; dal 05.2008 al 05.2009 ha dato la disponibilità ad essere applicato presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia - in ragione del particolare momento di difficoltà in cui versava l’Ufficio - ricevendo, per l’attività svolta, una lettera di encomio dall’allora Procuratore della Repubblica; dal 04.2010 al 19.02.2012 ha svolto la funzione di Sostituto presso la Procura della Repubblica di Salerno, con assegnazione alla sezione IV - reati contro la persona e soggetti deboli; dal 20.02.2012 al 30.11.2020 è stato preposto alla sezione II - reati contro il patrimonio dello Stato, criminalità economica e misure di prevenzione; dal 01.12.2020 ad oggi è assegnato alla Direzione Distrettuale Antimafia; ha fornito numerosi e rilevanti contributi all’organizzazione del suo Ufficio e ha maturato conoscenze ordinamentali sia in qualità di componente del Consiglio Giudiziario, che della Commissione Flussi, che in qualità di formatore decentrato della Scuola Superiore della Magistratura; nel corso della sua carriera professionale ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, ha effettuato pubblicazioni scientifiche, ha insegnato in tre diverse Università (Catanzaro, Napoli e Salerno) ed è stato relatore in numerosi convegni; con deliberazione del 18 maggio 2023, la Quinta Commissione del CSM - con tre voti in favore del dott. Antonio Bruno Tridico, due voti in favore del dott. Antonio D’Alessio ed una astensione - ha trasmesso al C.S.M. solo due proposte per l’assegnazione dell’incarico semi-direttivo requirente di Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Cosenza, estromettendo dall’ulteriore iter valutativo e decisorio il dott. Rotondo; ai fini dell’assegnazione dell’incarico, la “proposta A” ha indicato il dott. Antonio Bruno Tridico, mentre la “proposta B” ha indicato il dott. Antonio D’Alessio, ritenendo in entrambi i casi prevalente il profilo dei candidati prescelti rispetto a quello del dott. Francesco Rotondo".

Secondo Rotondo la proposta A in favore di Tridico e la proposta B in favore di D'Alessio non soddisfano i requisiti richiesti dal Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria, invocando al tempo stesso l'adozione dell'istanza cautelare. Rispetto alla posizione di D'Alessio, la quinta commissione ha ulteriormente sottolineato che D'Alessio «ha esercitato le funzioni requirenti di primo grado per 22 anni, occupandosi di ogni settore della criminalità, nonché di indagini complesse e di rogatorie internazionali, con una applicazione nel 2006 alla Procura Generale di Napoli, mentre il dott. Rotondo ha esercitato le funzioni requirenti di primo grado per 20 anni».

«Lo svolgimento di indagini all’estero, nonché le attività di insegnamento presso la Sspl sulla cooperazione internazionale in materia penale, svolte dal dott. Rotondo, pur arricchendo il profilo professionale e culturale del candidato non risultano idonee ad incidere sulla predetta valorizzazione - in coerenza con il dato normativo secondario - della più ampia esperienza effettuata anche in considerazione della durata della stessa» si legge del documento. Non vi sono inoltre profili di censura su altri aspetti trattati da Rotondo che possano giustificare la sussistenza delle esigenze cautelari.

Pertanto la quinta commissione ha invitato «l’Avvocatura Generale dello Stato a resistere in giudizio, chiedendo il rigetto della domanda principale di annullamento degli atti impugnati, con i quali è stato disposto il conferimento al dott. Antonio D’Alessio dell’ufficio semi-direttivo di procuratore aggiunto presso il Tribunale di Cosenza e degli ulteriori atti impugnati, nonché il rigetto della relativa istanza cautelare, per quanto suddetto, dandone comunicazione al Ministro della Giustizia».