Sebbene l'ergastolo non sia ostativo, trattandosi di un delitto commesso nel 1983, le probabilità di una scarcerazione rimangono estremamente basse
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Le dichiarazioni processuali di Francesco Patitucci, figura di spicco della criminalità organizzata, assumono un peso significativo alla luce della sentenza della Corte di Cassazione emessa ieri. La condanna all'ergastolo inflitta al capo della cosca degli italiani di Cosenza segna simbolicamente la fine di un'era per il clan stesso.
Il 7 ottobre 2024, durante dichiarazioni spontanee, Patitucci aveva illustrato al presidente Fabiana Giacchetti, ai pubblici ministeri, agli imputati e ai difensori le "regole" interne alla 'ndrangheta. Tra queste, una in particolare si rivela cruciale: un boss condannato all'ergastolo perde ogni potere decisionale e viene escluso dai giochi. Patitucci aveva applicato questa regola per Gianfranco Bruni e Gianfranco Ruà, sostenendo che, essendo detenuti da anni e con condanne perpetue, non potevano più far parte del clan confederato con quello degli "zingari" di Cosenza. Tuttavia, il presidente Fabiana Giacchetti, accogliendo le tesi dei pubblici ministeri antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti, ha condannato comunque Bruni, Ruà e Franco Presta.
La condanna di Patitucci per il duplice omicidio Lenti-Gigliotti rappresenta il culmine delle azioni giudiziarie contro il clan degli italiani, ormai privato di tutte le sue figure carismatiche sul territorio cosentino. La perdita di leader influenti, come Ettore Lanzino, deceduto nel 2024 per un infarto, ha ulteriormente indebolito il clan, noto agli investigatori con le denominazioni "Lanzino-Patitucci" e, in precedenza, "Lanzino-Ruà". Questo gruppo criminale ha segnato profondamente la storia dell'area urbana di Cosenza, facendosi protagonista di reati che hanno generato forte allarme sociale, tra cui omicidi, usura, traffico di droga ed estorsioni.
Sebbene l'ergastolo non sia ostativo, trattandosi di un delitto commesso nel 1983, le probabilità di una scarcerazione per Francesco Patitucci, già condannato per associazione mafiosa e altri reati negli ultimi processi antimafia istruiti dalla Dda di Catanzaro, rimangono estremamente basse.