Alessia Loise denunciata da un collega. Nervi tesi in Via Bendicenti: il sindaco valuta la sostituzione della dirigente
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Una sigaretta di troppo ha fatto scoppiare un putiferio nella sede della polizia municipale di Cosenza. La comandante Alessia Loise è stata sorpresa a fumare all’interno dei locali di Via Bendicenti da uno degli agenti in servizio. L’infrazione commessa potrebbe costare cara alla dirigente: infatti quando l’infrazione viene commessa da un pubblico ufficiale, che dovrebbe pure vigilare sul rispetto del divieto, potrebbe scattare anche l’accusa di omissione di atti d’ufficio. Deciderà l’autorità giudiziaria alla quale è stata recapitata la segnalazione.
Probabile sostituzione
L’episodio, secondo alcune indiscrezioni, determinerà anche lo spostamento della Loise ad altro incarico dirigenziale, forse già entro la settimana che si sta per aprire. La questione è al vaglio del sindaco Franz Caruso. Potrebbe profilarsi un ritorno di Agostino Rosselli oppure di Giuseppe Bruno. Chi subentrerà dopo l’avvicendamento avrà comunque numerose gatte da pelare. Nelle ultime settimane infatti, al comando si respira un’aria pesante dopo la sospensione senza stipendio, con relativo ritiro dell’arma di servizio e del tesserino di riconoscimento, a carico di due agenti che non si sono sottoposti alla vaccinazione contro il Covid, uno dei quali in malattia al momento della sospensione.
Impiegati o forze dell’ordine?
Il provvedimento è maturato il 15 dicembre, in seguito all’entrata in vigore del Decreto con il quale è stato introdotto l’obbligo di vaccino per la polizia locale. Ma le organizzazioni sindacali contestano al Governo di considerare gli agenti della municipale alla stregua delle forze dell’ordine in base alle convenienze: per quanto concerne il trattamento salariale infatti, sono equiparati ad impiegati amministrativi del Comune, per i quali ancora nessun obbligo è stato introdotto.
Armeria non in regola
Inoltre viene sollevata anche la questione della regolarità di ritiro dell’arma da parte di funzionari non abilitati. In una nota gli esponenti del sindacato Csa Pierfrancesco Lincol e Luca Tavernise sottolineano come questa revoca possa essere ordinata esclusivamente con provvedimento del sindaco e non del dirigente, come avvenuto nel caso di specie. L’occasione poi, è stata utile anche per sottolineare la non conformità dei locali destinati ad armeria rispetto alle caratteristiche prescritte dalla legge, perché non dotati di blindature, antincendio e cassaforte.