VIDEO | Risorse sottratte ai tamponi. L’Azienda ospedaliera costretta ad allestire la diagnostica molecolare per l’individuazione dei tumori del sangue che veniva effettuata a costo zero dai ricercatori dell’Ail prima che Cotticelli facesse piazza pulita
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C'è anche l'assunzione di tre dirigenti biologi e la proposta di acquisto di macchinari per 740mila euro nelle previsioni di spesa dell'Azienda ospedaliera di Cosenza, nell'ambito degli investimenti programmati per fronteggiare l'epidemia da coronavirus.
Tali risorse però, non sono indirizzate alla Unità operativa complessa di microbiologia virologia, per intenderci quella in cui vengono processati i tamponi provenienti da tutta la provincia, bensì al Laboratorio Analisi, segnatamente destinate a soddisfare le esigenze di diagnostica molecolare e citogenetica della onco-ematologia.
Nessuna irregolarità
Tutto regolare: i fondi per l'emergenza Covid servono anche a mitigare i cosiddetti danni collaterali, generati dalla difficoltà di accesso alle cure dei pazienti cronici, quali sono tra gli altri i diabetici, i cardiopatici, i neuropatici e, naturalmente, gli oncologici.
Peraltro la Commissione Europea ha previsto anche la rimodulazione dei fondi Por regionali, proprio per il perseguimento degli obiettivi di salute direttamente o indirettamente correlati alla pandemia. Insomma, il Laboratorio Analisi dell'Annunziata nulla ha a che vedere con il coronavirus ma il suo rafforzamento può ugualmente rispondere alla logica di potenziare nel suo complesso, il Sistema Sanitario Regionale.
Anche se in quasi tutti i Centri ematologici di un certo spessore, la diagnostica molecolare e citogenetica fa capo all’Ematologia, di cui costituisce un tassello fondamentale, indispensabile per approntare le migliori terapie per i malati di leucemie, mielomi ed altre patologie onco-ematologiche.
Lo strano trasferimento
Ma l'impiego dei fondi Covid per implementare personale ed attrezzature del Laboratorio Analisi dell'Annunziata, fa riflettere sulla opportunità di trasferire in capo a questa Unità Operativa le attività di diagnostica molecolare e citogenetica per l'onco-ematologia, svolte fino al 31 maggio scorso dall’AIL Cosenza Fondazione Amelia Scorza, sezione territoriale AIL per tutta la provincia di Cosenza, nell'ambito delle attività di ricerca biotecnologica avviate ad Aprigliano, nei locali Asp dell'ex poliambulatorio, concessi sulla base di un Protocollo d’Intesa stipulato nel 2011.
Prestazioni di eccellenza a costo zero
Questa struttura, certificata dal Gimema come di eccellenza, in quanto inclusa in una rete di soli 21 laboratori su tutto il territorio italiano, è stata estromessa dalla rete regionale dei laboratori pubblici con un decreto, il 62 del 2020, firmato da Saverio Cotticelli e Maria Crocco, finalizzato a razionalizzare il sistema, dunque a risparmiare.
Non è chiaro a risparmiare cosa, giacché le prestazioni dell’AIL Cosenza Fondazione Amelia Scorza non solo non costavano un euro alle casse dell'Azienda Ospedaliera, ma addirittura consentivano all'Ente di guadagnare circa 500mila euro l'anno, pari all'importo delle prestazioni fornite a costo zero e rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale.
Il funzionamento della convenzione
Ad Aprigliano infatti, la Fondazione ha sempre impiegato biologi alle proprie dipendenze, formati e mantenuti con borse di studio ed assegni di ricerca. E per le analisi si è avvalsa di macchinari tecnologicamente avanzati, formalmente acquistati dall'Azienda Ospedaliera ma pagati con fondi provenienti da bandi pubblici o donazioni.
A carico della Amelia Scorza anche il servizio di trasporto dei campioni di sangue in transito dal punto prelievo della unità di ematologia dell'ospedale di Cosenza alla sede Urb di Aprigliano, uno spazio di 600 metri quadrati concessi gratuitamente dall'Asp per evitare che i locali inutilizzati, venissero saccheggiati ed andassero in malora.
Il risparmio che non c'è
Con l'entrata in vigore del Decreto commissariale, la Fondazione Amelia Scorza, pur mantenendo le attività di ricerca, ha cessato il servizio di diagnostica, trasferito in capo al Laboratorio Analisi, dove però a causa di criticità messe nero su bianco in una relazione di accompagnamento alle richieste di finanziamento, e relative a vincoli strutturali e tecnologici ed alla carenza di personale, le risposte non sempre sono state tempestive.
In sostanza l'Azienda Ospedaliera da una parte non ha più potuto contare sulle prestazioni gratuite dell'Urb, dall'altra ha dovuto assumere tre biologi, prevedere l’impegno di migliaia di euro per l'acquisto di certificazioni ed attrezzature e chiedere, a fasi alterne, e a pagamento, anche il supporto della genetica medica del Gom di Reggio Calabria.
Scelte divergenti
Ma non è tutto. Perché se da un lato l'ente di Via San Martino ha puntato tutto sul Laboratorio analisi, dall'altro continua a prevedere, nell'ambito dei lavori di ristrutturazione del presidio ospedaliero Mariano Santo, uno spazio di circa 400 metri quadrati, interamente progettato insieme al personale dell’AIL CS Amelia Scorza, nel cuore del polo onco-ematologico in allestimento, dove allocare i macchinari attualmente in funzione ad Aprigliano. Compresi quelli destinati alla crioconservazione. Scelte divergenti sulle quali, nei prossimi mesi, si esprimerà il Consiglio di Stato e, con ogni probabilità, anche la Corte dei Conti.