La Corte d'Appello di Catanzaro ha condannato, per associazione mafiosa, gli esponenti apicali dei clan legati alla cosca Grande Aracri di Cutro
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La sentenza di secondo grado del processo "Malapianta-Infectio" ha ribadito l'esistenza delle cosche Mannolo e Zoffreo nel territorio di San Leonardo di Cutro.
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La Corte d'Appello di Catanzaro (presidente Loredana De Franco) ha condannato, per associazione mafiosa, gli esponenti apicali dei clan legati alla cosca Grande Aracri di Cutro, rideterminando 18 condanne, confermandone 16 e assolvendo nove persone, delle quali tre avevano riportato condanne pesanti in primo grado in abbreviato.
Diciannove anni e tre mesi di reclusione sono stati comminati a Mario Mannolo (20 anni in abbreviato) e 19 anni e 9 mesi a Pasquale Gentile (20 anni). Confermata la condanna a 20 anni per Fiore Zoffreo, esponenti di spicco della consorteria. Confermata anche la condanna a 18 anni di reclusione a carico di Leonardo Zoffreo.
Per quanto riguarda i rappresentanti della proiezione delle cosche cutresi a Perugia è stato assolto Domenico Ribecco (10 anni in abbreviato) ed è stata ridimensionata la condanna di Natale Ribecco, che passa dai 15 anni e 4 mesi in abbreviato a 6 anni e 8 mesi in appello. Assolti anche Francesco Ribecco (9 anni e 8 mesi in abbreviato) e Nicola Perri (11 anni e 6 mesi in primo grado). Perri, in particolare, era considerato il referente territoriale della consorteria di una cellula criminale operativa su Isola Capo Rizzuto.
Le accuse contestate a vario titolo agli imputati comprendono i reati di associazione mafiosa, estorsione, usura, riciclaggio, minacce, violenza privata, traffico di stupefacenti, detenzione e occultamento di armi clandestine, violenza privata e associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di una serie di reati di natura contabile o economico-finanziaria strumentali alla realizzazione sistematica di frodi ai danni del sistema bancario.