C’è un nuovo pezzo da novanta della ‘ndrangheta reggina di nuovo in libertà: Michele Crudo, il genero del boss Giovanni Tegano, è stato scarcerato dopo aver scontato interamente la condanna rimediata nel processo “Agathos”, coordinata dall’attuale procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.


Crudo, elemento di spicco della consorteria mafiosa dei Tegano, aveva rimediato una pena di 10 anni di reclusione in Appello, contro i 18 avuti in primo grado. Considerato che l’inchiesta risale al 2010, dunque, per lui si sono ora aperte le porte del carcere. La notizia, rilanciata da Klaus Davi sul suo profilo facebook, è rimbalzata anche nelle vie principali del quartiere Archi, dove Crudo è residente ed è stato già visto nuovamente dopo diverso tempo.


Come si ricorderà, oltre alle vicende giudiziarie che lo hanno interessato, di lui si parlò anche con riferimento alla storia della scomparsa di Paolo Schimizzi, il reggente del clan Tegano svanito nel nulla nel 2008, e su cui ancora non è stata scritta alcuna verità. Nel corso di alcune intercettazioni, infatti, Crudo sembrò conoscere alcuni particolari inediti di quella storia, su cui però non vi furono più altri sviluppi.