Il Comune di Cortale, nel Catanzarese, si è costituito parte civile nel processo “Imponimento”. A rappresentare l’ente, indicato quale persona offesa, è l’avvocato Giuseppina Sibio.

La legale stessa, in una lettera aperta, si dice rammaricata perché durante l’udienza preliminare «il collegio difensivo degli imputati ha sollevato delle eccezioni, al fine di ottenere il rigetto della costituzione di parte civile – invano - veramente offensive dell’Ente territoriale e del Sindaco che lo rappresenta ma anche del legale scrivente. Segnatamente, un avvocato ha affermato che il processo penale si è trasformato in un processo civile per effetto delle numerose dichiarazioni di costituzione di parte civile; altro avvocato ha affermato che gli enti si sono costituiti per purificare l’azione amministrativa e per conferire incarichi per cui si è di fronte ad “un mercimonio di incarichi”».

Sibio parla di «gravità inaudita» circa queste frasi e rimarca che «il codice di rito penale, de iure condito, consente l’instaurazione di una parentesi di natura civilistica nel processo penale e che nessun mercimonio di incarichi vi è stato in quanto la carta costituzionale garantisce la difesa dei diritti soggettivi, degli interessi legittimi e degli interessi diffusi per cui può concludersi che la difesa deve essere garantita agli imputati ma anche alle parti offese. Tali principi costituiscono il caposaldo della ordinanza ammissiva delle parti civili di ben 13 pagine, molto articolata sotto ogni profilo».

«Personalmente - continua -, l’assunzione della difesa del Comune di Cortale che ha fermamente voluto costituirsi parte civile per tutelare l’immagine dell’Ente e della sua comunità non può essere qualificata un mercimonio nel modo più assoluto inteso quale traffico illecito e disonorevole. Ritengo che trattasi di una pagina squallida del processo penale ed auspico che nelle aule di udienze la difesa degli imputati, giusta e legittima, non si spinga oltre i limiti del rispetto delle altre parti processuali».

L’avvocato spiega anche come la scelta del Comune sia ricaduta sulla sua persona: «Il sindaco, Francesco Scalfaro, non avendo un legale all’interno dell’organigramma dei dipendenti ha individuato la scrivente quale legale per rappresentare le necessità di partecipare attivamente nel processo penale». Un incarico che Giuseppina Sibio ha accettato volentieri, dato anche il legame affettivo con il comune catanzarese. «Ho con passione e dedizione, come sempre, proceduto alla redazione dell’atto di costituzione di parte civile – spiega - Ho sottolineato, tenacemente, che il Comune di Cortale ha il diritto di costituirsi parte civile al fine di ottenere il risarcimento del danno morale anche per la lesione della immagine , dell’ordine pubblico; anche il Sindaco, in un comunicato stampa, ha affermato che è necessario lottare contro l’arroganza dei clan operanti sul territorio che mortificano la vita economica e sociale del Comune di Cortale».