Succede all’Istituto professionale Einaudi che si è visto rifiutare dall’Ufficio scolastico il mantenimento delle classi. Sulla vicenda interviene anche il movimento dei Partigiani della scuola:«In 7 anni persi 300 allievi»
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Sono 180 gli studenti adulti che dal prossimo anno non potranno frequentare i corsi serali dell’Istituto professionale Einaudi di Lamezia Terme. Il taglio è arrivato dall’Ufficio scolastico regionale che ha lasciato attiva una sola classe. Rammaricata la dirigente, ma anche e soprattutto gli studenti, chi tra quei banchi aveva una scommessa da giocare e un’opportunità di riscatto da cogliere.
Lettera al ministro
Ecco perché una loro rappresentanza ha preso carta e penna e si è rivolta direttamente al ministro Bianchi raccontando quella che è diventata amaramente “normalità” ma che tale non è: «Signor ministro la nostra città è commissariata, i dirigenti preposti agli uffici scolastici provinciali e regionali sono stati sollevati e sostituiti temporaneamente. La scuola nel nostro contesto territoriale rappresenta il vero presidio di legalità, la dispensatrice di cultura e, nel caso dei professionali, di una formazione specifica che offre la possibilità di un posto di lavoro. Ma tutto questo sembra non contare perché non ci sono soldi».
A seguire domande secche, puntuali e disarmanti: «Ha un’attenzione anche per noi adulti? Intende fornirci una seconda possibilità? Oppure l’errore che abbiamo fatto da giovanissimi deve pesare come un macigno sul nostro futuro? Noi fermamente speriamo di no, signor Ministro, e contiamo su di lei, sulla sua profonda cultura, sul suo amore per il mondo della scuola in fondo chiediamo solo di frequentare una scuola, di avvicinarci alla cultura».
Il lento declino dell'istituto
Una vicenda della quale si sta occupando anche il movimento dei Partigiani della scuola che spiega che negli anni i corsi serali sono stati sempre più contratti e con questi sono rimasti a casa non solo gli studenti ma anche diversi docenti.
«Purtroppo è da un po’ di anni che stiamo assistendo al declino di un istituto, il dramma non si “consuma” certo in una richiesta di organico non soddisfatta: prima degli studenti delusi oggi, ce ne sono stati tanti altri, che nel corso degli ultimi anni scolastici si sono visti rifiutare l’iscrizione, forse perché nel serale non si credeva e sul serale non si puntava più», sottolineano i partigiani.
In 7 anni persi 300 studenti
«La perdita delle classi del serale come di un intero indirizzo commerciale hanno fatto da contraltare alla scomparsa, solo negli ultimi tre anni, di ben 17 cattedre, senza contare le tante altre ore perse che hanno costretto molti docenti al completamento della loro cattedra in altri istituti». «Basti pensare che, nel giro di soli sette anni, si sono persi circa 300 studenti e solo la recente normativa che ha abbassato da 600 a 500 il numero di alunni necessari per conservare l’autonomia, ha evitato che l’istituto venisse dato in reggenza. Anche la drastica riduzione delle classi e, conseguentemente, delle cattedre è oggetto di un’interrogazione parlamentare come di richieste di visite ispettive. Da ultimo – fa notare il movimento - nessuno si è ancora domandato come mai, solo quest’anno, siano state presentate circa una decina di domande di trasferimento da parte dei docenti. Per cui ci chiediamo: dove sono stati alcuni sindacati in tutto questo tempo?»