Si pensa a misure più stringenti dopo il caso dell'imprenditore veneto risultato positivo che non si è voluto ricoverare. Ma il ministro della Salute aggiunge: «In generale gli italiani si sono comunque comportati benissimo durante l'emergenza»
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Il ministro della Salute Roberto Speranza ha dato mandato all'ufficio legislativo del suo dicastero per verificare il quadro normativo sui trattamenti sanitari obbligatori (Tso). L'obiettivo è quello di studiare una eventuale norma più stringente che riguarda la tutela contro il Covid dopo il caso del focolaio veneto. La verifica tecnica servirà anche di supporto alle eventuali scelte in questo senso delle autorità locali.
La vicenda che ha scatenato il tutto, e che ha portato a parlare di Tso primo fra tutti il governatore veneto Zaia, è quella di un imprenditore vicentino che, rientrato da un viaggio di lavoro in Serbia con la febbre, ha continuato a fare la vita di sempre recandosi in azienda, a cene, incontri e ad un funerale. Risultato positivo al tampone, ha rifiutato il ricovero per poi accettarlo solo dopo alcuni giorni. Oggi si trova in terapia intensiva ed è stato segnalato alla Procura, mentre diverse decine sono le persone in isolamento dopo aver avuto contatti con lui.
«Oggi se una persona è positiva e non resta in isolamento ha una sanzione penale da 3 a 18 mesi di carcere. E c’è una multa fino a 5mila euro», ha spiegato il ministro Speranza in un’intervista a Repubblica. «Il comportamento dell’imprenditore veneto è inaccettabile. Su questo è giusto essere durissimi. Sto valutando con il mio ufficio legislativo l’ipotesi di trattamenti sanitari obbligatori nei casi in cui una persona deve curarsi e non lo fa. Ma attenzione, il mio giudizio su come si sono comportati gli italiani in questa crisi è positivo: senza questa sintonia di fondo tra le misure adottate e i comportamenti individuali noi non avremmo piegato la curva».