Ai carabinieri che li hanno sorpresi hanno detto di non voler stare in casa “agli arresti domiciliari”, sostenendo che l’emergenza sia una bufala mediatica
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Seduti su due panchine pubbliche a Corigliano Calabro, intenti a conversare senza alcuna precauzione e in spregio delle norme in materia di prevenzione del coronavirus. Per questo motivo, sei persone, cinque del posto ed una donna bulgara, sono state denunciate dai carabinieri della compagnia locale per violazione delle disposizioni restrittive in materia di mobilità impartite dal Dpcm rinominato “Io resto a casa”.
I sei, di età compresa tra i 18 e i 55 anni, non erano in possesso dell’autocertificazione comprovante le esigenze lavorative, assistenziali, mediche o di prima necessità, previste dalla normativa e che avrebbe consentito loro gli spostamenti esterni. Inoltre, alla richiesta di spiegazioni da parte dei militari, avrebbero risposto chi asserendo di non volere stare agli arresti domiciliari e chi sostenendo che l'emergenza è una bufala mediatica.
Solo nella giornata di ieri sono state controllate nell’area coriglianese oltre 30 persone e una decina di locali per la verifica della corretta attuazione della normativa.