La Calabria si conferma la regione con l'indice di contagio da Coronavirus tra i più bassi d'Italia.

È quanto emerge dai risultati del sistema di monitoraggio della Fase 2 relativo alla settimana 4-10 maggio, elaborato dalla cabina di regia costituita da ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità e Regioni.

 

I dati, finiti sul tavolo del premier Conte, sono serviti per dare una valutazione complessiva prima del via libera alle riaperture.

I dati del monitoraggio

In base ai nuovi dati inclusi nel report, in Calabria l'incidenza settimanale (su 100mila abitanti) è «bassa», con un indice pari a 0.46, superiore soltanto alla Basilicata (0.36).

La stima di rt (la misura della potenziale trasmissibilità della malattia legata alla situazione contingente) è invece di 0.34. Per fare qualche confronto, in Lombardia l'incidenza è «alta» (37.11) per una stima rt pari a 0.62; in Puglia è «intermedia-bassa» (4.52) con una stima di 0.72.

 

In Calabria la valutazione relativa all'aumento di trasmissione e all'attuale impatto del Covid-19 sui servizi assistenziali è «bassa» e al «livello 2». In Lombardia è invece «moderata» (livello 3), così come in Umbria e Molise.

In totale, 18 tra Regioni e province autonome rientrano nella classificazione bassa. Tra queste, 10 con incidenza settimanale bassa e intermedia-bassa «in cui il lockdown ha impedito il diffondersi dell'infezione»; 8 a incidenza alta e intermedia alta «con una situazione complessa ma controllata»; 6 con una situazione epidemiologica in evoluzione e fluida «per la presenza di focolai di trasmissione da monitorare con attenzione».

Le osservate speciali

Le osservate speciali sono dunque il Molise – a causa di «un nuovo focolaio di trasmissione attualmente in fase di controllo che ha prodotto un aumento nel numero di casi nella scorsa settimana», l'Umbria e la Lombardia.

In quest'ultima regione si assiste comunque a «una riduzione dei segnali di sovraccarico dei servizi sanitari».

La resilienza dei servizi sanitari

Confortanti anche i dati relativi alla «resilienza dei servizi territoriali». In Calabria, infatti, nel periodo preso in esame, non è stata segnalata alcuna allerta, a differenza di altre regioni come Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Province autonome di Trento e Bolzano, Sardegna, Valle d'Aosta e Veneto.

Le parole di Speranza

Per il ministro della Salute Roberto Speranza, il sistema di monitoraggio è «uno strumento fondamentale per la gestione della fase 2. Se dovessero esserci segnali di allarme i decisori politici a livello nazionale e regionale saranno in grado di intervenire nel più breve tempo possibile. Quanto alle restrizioni del lockdown, ha aggiunto Speranza, «ci consegnano un quadro positivo».

 

Anche il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro, ha specificato che «in gran parte del Paese la circolazione del virus è molto contenuta», malgrado ci siano ancora «diversi focolai dove è importante mantenere alta l'attenzione».

Turismo estivo: la proposta

Intanto, due accademici, Bary Pradelski, associato di Economia del Centro nazionale di ricerca scientifica in Francia, e Miquel Oliu-Barton, associato di Matematica dell’università di Paris-Dauphine, hanno pubblicato un articolo sul portale EsadeEcpol in cui si ipotizza la possibilità di movimento tra le zone meno colpite dal virus in vista delle prossime vacanze estiva.

 

L'idea è quella di dividere in zone rosse (confinamento stringente) e verdi l'intera area Schengen e il Regno Unito, in modo da salvare il comparto turistico europeo e il relativo indotto.

Francia e Spagna si sono già mosse in questo senso, mentre è in corso un carteggio tra i due studiosi e la commissione europea al fine di adottare questa soluzione in tutto il Vecchio continente.