Il primario aveva chiesto l'impiego dell'esercito per allontanare i familiari dei pazienti. Ma per ora c'è solo un rappresentante della Croce di Malta. Si temono i contagi all'interno dell'ospedale
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Era stato invocato l'impiego dell'esercito ma per ora l'unica novità tangibile al Pronto soccorso dell'ospedale Pugliese di Catanzaro è l'arrivo di un volontario della Croce di Malta con l'ingrato compito di allontanare gli accompagnatori dei pazienti che continuano ad affollare la sala d'attesa del reparto di prima emergenza.
Il primario del dipartimento, Giuseppe Masciari, aveva infatti scritto nei giorni scorsi alla direzione sanitaria chiedendo l'introduzione di misure più stringenti per tentare di contingentare gli accessi nell'unità operativa dove, per necessità, sostano per periodi prolungati di tempo pazienti e accompagnatori creando pericolosi assembramenti.
Assembramenti in pronto soccorso
Da mesi ormai le attività al pronto soccorso sono riprese da routine, dopo un breve caduta nel numero degli accessi determinata dal lockdown. Aumentano i malati che quotidianamente accorrono nel reparto di prima emergenza, ciascuno dei quali porta con sé minimo due o tre accompagnatori che stazionano senza soluzione di continuità nelle sale d'attesa, provocando non solo affollamento ma anche un serio pericolo per un'area a forte rischio.
L'assalto dei giovani
Il Pronto soccorso è nei fatti la principale porta d'accesso all'ospedale, punto di riferimento per l'intera area centrale della Calabria. Qui giungono pazienti da ogni dove e negli ultimi giorni l'unità operativa è stata meta anche dei giovani che, avendo frequentato le due discoteche "incriminate" di Soverato, vi si sono riversati per essere sottoposti a screening.
Da qui la richiesta del primario, Giuseppe Masciari, determinata da una situazione non più gestibile ma che potrebbe essere all'origine di contagi all'interno dell'ospedale a causa del numero incontrollato di accessi, e anche di potenziali contagiati.
Il volontario contro gli assembramenti
I vertici aziendali hanno per ora predisposto la presenza di un volontario che dovrà regolamentare gli accessi, arduo compito in una unità dove converge un altissimo numero di pazienti e le attese sono spesso estenuanti a causa del personale ridotto ormai all'osso che non riesce più a garantire assistenza in tempi accettabili.