Taurianova si sveglia con un remoto rischio contagio del coronavirus ma, nel paese dove vive la ragazza ricoverata in osservazione a Reggio Calabria, non si respira affatto aria da psicosi collettiva.

 

La 36enne, reduce da un viaggio in Cina, abita con la famiglia in una delle tante contrade di campagna che circondano il grosso centro del Reggino. I sanitari dell’ospedale cittadino confermano che la ragazza non è passata dalle strutture sanitarie di questo territorio, probabilmente trasportata fino al reparto di malattie infettive da un congiunto stretto, che è medico, per una precauzione che non è mai troppa in questi casi.

 

I taurianovesi intervistati si affidano all’antidoto della pazienza contro ogni paura, affermano che bisogna aspettare e al Comune – dove non ci sono i politici, recentemente decimati dal virus delle dimissioni di massa dei consiglieri – i commissari curano l’ansia tenendosi in contatto con Reggio. “Sappiamo che la situazione è sotto controllo – spiega la commissaria Antonia Surace – bisogna evitare ogni allarmismo infondato”.

 

Più che l’influenza cinese, qui si teme la disinformazione che – dopo le prime notizie incontrollate – stava dilagando peggio delle epidemie. All’inizio si pensava che la ragazza ricoverata fosse cinese, ma le ore trascorse hanno consentito di appurare che si tratta di una donna che è stata per qualche tempo nelle zone dell’Estremo oriente a rischio contagio.