Lo screening dopo il caso della 49enne parente di altri casi positivi ma non sottoposta a test perché aveva dichiarato di non avere avuto contatti all’epoca. Ora si indaga per circoscrivere l’area di rischio
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Sono circa 40 le richieste di tamponi per accertare la presenza del coronavirus inoltrate tra ieri e oggi dopo il caso della donna di 49 anni risultata positiva al coronavirus e ricoverata nel reparto di Ginecologia ed Ostetricia del Giovanni Paolo II di Lamezia Terme. La paziente, asintomatica, era in ospedale da qualche giorno e avrebbe dovuto sottoporsi ad intervento chirurgico, per questo, come da protocollo, le è stato fatto il tampone per la ricerca di Covid-19.
La donna è parente del nucleo familiare di Pianopoli risultato positivo oltre un mese fa e a sua volta legato da vincoli di sangue con i casi riscontrati a Serrastretta. Una catena di contagi che sembrava essere stata spezzata. La donna all’epoca non venne sottoposta al test perché dichiarò di non avere avuto contatti con i parenti risultati positivi. Ora l’esplosione del caso.
Tra infermieri, medici, sanitari e non solo diversi sono coloro che sono venuti a contatto con la donna. Per il momento è stata disposta la sanificazione dei locali del reparto, ma il Comitato Scientifico potrebbe anche prendere altre decisioni. Agitazione in questi momenti si respira nei reparti a causa, lamenta il personale, delle scarse misure di sicurezza che stanno anche incidendo sulla riapertura degli ambulatori.
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