Siamo stati al Cool Bay dove gazebo distanziati e spazi ampi cercheranno di accogliere quante più persone nel rispetto di decreti e indicazioni. Nulla da fare sul versante dei concerti e dei locali disco
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Lavori in corso sulla costa tirrenica lametina. A Gizzeria, in quel tratto di litorale in cui si susseguono alcuni tra i lidi più rinomati della Calabria, si pensa a come vivere la prima stagione estiva con lo spettro del coronavirus.
Decreti governativi, norme di sicurezza anti contagio, sono fortemente limitativi, ma c’è chi si sta attrezzando. Come il Cool Bay, che approfittando anche della sua ampia estensione ha letteralmente preso le misure e conta di riuscire ad ospitare fino a 180 persone mantenendo le distanze di sicurezza.
Sia in spiaggia che per la ristorazione saranno i gazebo a fare la differenza. Per ognuno verranno calcolati il numero massimo di tavoli e di persone, ma serviranno anche a mantenere ferme le distanze. Aperitivi, cene, relax sulla spiaggia, ma anche sport. Alcune palestre si trasferiranno infatti proprio sul litorale.
A guidare e sorvegliare i volontari dell’associazione Leonardo Da Vinci. Nulla da fare, invece, per quanto riguarda il versante delle feste e della disco. Quel fronte è al momento paralizzato e non si prevedono spiragli. Aspetto sul quale il titolare del Cool Bay Francesco Bevilacqua non nasconde il suo rammarico: «Il mio locale è stato al quinto posto tra quelli più influenti in Italia. Ma lo Stato non parla affatto del nostro mondo, delle discoteche, dove si crea un business importante per l’Italia e dove lavorano circa 300 mila lavoratori che sono stati costretti a fermarsi. Vorremo che la presidente Santelli, che sta già facendo tanto, trovasse una soluzione anche per noi. Non mi sembra giusto che la nostra attività debba morire».
«Ad oggi non ho ricevuto nessun sostegno, se non 600 euro come amministratore delegato della società e continuo a pagare le scadenze. Vogliamo rispetto e organizzazione da parte del governo» spiega Bevilacqua che come tanti imprenditori ha dovuto fare delle rinunce e sta spendendo di tasca propria per adattare gli spazi alle nuove esigenze sperando che possa servire a tamponare le perdite.