Il pronto soccorso rimane bloccato. Uno dei degenti è stato trasferito a Reggio Calabria mentre in mattinata un altro è stato mandato ad Acri
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Pronto soccorso convertito in un mini polo Covid, ma la situazione non si sblocca. Rimane attiva la nota della direzione del pronto soccorso ai vertici aziendali secondo la quale, considerato lo stato di emergenza, si dirottano i pazienti sui presidi di Corigliano e Castrovillari. Allo stato sono cinque i degenti ricoverati nell’ala di osservazione temponarea, più un sospetto covid. Altri due sono giunti questa mattina uno dei quali trasferito al polo Covid di Acri.
Più complessa la situazione di un paziente covid, 42enne, con sintomatologia cardiaca e trasferito d’urgenza a Cosenza, presidio dotato di Emodinamica. Qualche problema è sorto per il fatto che non c’è a Cosenza l’Emodinamica dedicata. La situazione è stata successivamente superata. All’uomo è stata diagnosticata una ischemia.
La situazione complessivamente è di paralisi delle attività. Il pronto soccorso rimane bloccato. Poche ore fa si è liberato un posto a Reggio Calabria e uno dei degenti è stato trasferito in riva allo stretto. Si sta tentando si sfoltire le divisioni piazzando i pazienti su Crotone, ma non c’è disponibilità. Mentre il polo Covid del primo piano del “Nicola Giannettasio” è saturo con 17 ricoveri. Al quinto piano si continua a lavorare per i 28 posti letto (pneumologia acuta), ma il vero problema è e resta il reperimento del personale senza il quale è impossibile guardare al futuro con ottimismo.
Nelle ultime ore al polo Covid di Rossano sono stati sottratti quattro infermieri non ancora rimpiazzati. È dotato di sette infermieri e ne dovrebbe avere almeno 14, pochi anche gli ausiliari (necessari per l’igiene), e solo quattro sono i medici. Se la dotazione organica resta tale diviene anche inutile lavorare per l’estensione a 28 posti letto.