A scatenare il procedimento era stata la denuncia della ragazza, che dopo la separazione dei genitori viveva ancora nella casa del padre
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Sono stati assolti con formula piena, perché il fatto non sussiste, i due rossanesi – un 60enne e la sua compagna – accusati di gravi reati nei confronti della figlia dell’uomo. A pronunciare la sentenza il Tribunale di Castrovillari, al termine di un processo complesso e delicato, seguito dagli avvocati difensori Francesco Nicoletti e Giusy Acri.
Secondo le accuse, a scatenare il procedimento era stata la denuncia della ragazza, che dopo la separazione dei genitori viveva ancora nella casa del padre. Nella querela aveva raccontato episodi continui di maltrattamenti psicologici e fisici da parte del genitore e della sua compagna. Condotte violente e minacciose, culminate – secondo quanto riferito – anche in aggressioni, con lesioni documentate dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di Rossano.
La giovane, costituitasi parte civile per ottenere giustizia e risarcimento, ha ribadito tutto in aula. A confermare la sua versione sono intervenute la sorella – anch’essa figlia dell’imputato – e l’ex moglie dell’uomo. Entrambe hanno reso dichiarazioni in linea con l’impianto accusatorio, supportando la richiesta di condanna avanzata dal Pubblico Ministero: due anni di reclusione per entrambi gli imputati, più risarcimento e spese legali.
Ma nel corso dell’istruttoria sono stati ascoltati anche i testimoni della difesa. Oltre alle deposizioni, gli avvocati Nicoletti e Acri hanno depositato una relazione tecnica redatta da un ingegnere, con tanto di documentazione fotografica, utile a ricostruire in dettaglio lo stato dei luoghi e a confutare elementi ritenuti centrali nella ricostruzione accusatoria. La sentenza è arrivata dopo la camera di consiglio: assoluzione con la formula più ampia. Il Tribunale ha accolto in toto le richieste della difesa, ritenendo insussistenti i fatti contestati.