Il reparto era stato chiuso perché un medico aveva contratto il Covid e il numero dei sanitari in organico non permetteva la copertura dei turni
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Disposta la riapertura del pronto soccorso del “Guido Compagna” di Corigliano. Dopo una serie di pressioni e di prese di posizioni anche forti fino a minacciare il coinvolgimento della Procura della Repubblica di Castrovillari, il commissario straordinario dell’Asp di Cosenza Vincenzo La Regina ha consentito la ripresa delle attività. Il disservizio era stato determinato da quando un medico in servizio aveva contratto il Covid e per queste ragioni era venuta meno una parte di personale necessario a coprire i turni.
Ciò significa che il problema è di carattere strutturale e richiede un intervento complessivo se è vero come è vero che è bastato che un medico venisse meno per chiudere la postazione. Da questo punto di vista il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi insiste nello spronare la governance sanitaria tutta ad «accelerare le procedure concorsuali». In programma anche i lavori per l’ampliamento degli spazi «mai utilizzati della nuova ala che saranno presto consegnati, consentendo di realizzare dei punti di osservazione breve confortevoli e dando maggiore dignità tanto al personale in servizio quanto ai pazienti».
La riattivazione del pronto soccorso di Corigliano aiuta a sgravare il carico di lavoro che ricade sul pronto soccorso di Rossano da tempo epicentro di tutta la Sibaritide con un carico di lavoro enorme, a tal punto, in qualche occasione, da costringere i medici di turno ad orari prolungati, anche qui per problemi di personale.
La filosofia di fondo, che ha da sempre aperto grandi crepe nell’organizzazione dei distinti stabilimenti ospedalieri di Corigliano e di Rossano (funzionalmente fusi sotto forma di ospedale spoke), doveva essere che tutti i reparti, le divisioni, gli ambulatori, avrebbero dovuto restare in vita nei rispettivi presidi fino alla consegna del nuovo ospedale della Sibaritide, i cui lavori sono in corso.
Ma per via dei tagli alla spesa pubblica, due ospedali fotocopia non potevano convivere. Da qui la decisione di redigere un piano (Scura) che compensasse i servizi tenendo conto di una serie di caratteristiche preesistenti, tra cui il facile accesso dalla statale 106 jonica, e di optare per l’area chirurgica a Rossano e area medica a Corigliano. Una suddivisione culturalmente impraticabile per una serie di ragioni, tra cui l’elevazione di localismi, oltre che di sperpero di denaro pubblico.