«Dopo le ultime operazioni e le ultime condanne c’era un vuoto di potere apparente per cui si è cercato di coprire con un’affermazione criminale di questi soggetti». Per il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, non ci sono dubbi: la contesa della leadership mafiosa sulla frazione di “Gallico è lo scenario in cui sono maturati il delitto di Fortunata Fortugno e il tentato omicidio del suo amante Demetrio Logiudice, elemento di spicco dell’omonima cosca e vero obiettivo dell’agguato.

 

Stando all’inchiesta  “De bello Gallico”, condotta dalla Squadra mobile della Questura reggina, Paolo Chindemi il 28enne fermato, con l’accusa di essere il mandante e l’esecutore dell’omicidio avvenuto il 16 marzo scorso, insieme allo zio Mario Chindemi , a Santo pellegrino ed Ettore Corrado Bilardi, genero del mammasantissima don Mico Tripodo, aveva costituito un gruppo criminale per conquistare spazi sempre più ampi in quel territorio alla periferia nord reggina.  Paolo Chindemi è l’unico ad essere accusato del delitto dai pm Walter Ignazitto e Diego Capece Minuto mentre per gli altri tre fermati le accuse contestate sono, a vario titolo, quelle di associazione mafiosa, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco clandestine, danneggiamento aggravato mediante esplosione di colpi di arma da fuoco, furto e detenzione illegale di segni distintivi e oggetti in uso ai Corpi di Polizia, tutti reati aggravati dalla metodologia mafiosa.

 

 Le indagini della procura antimafia però continuano e si muovono su due direttrici. La prima riguarda il contesto che ha portato all’assassinio di Pasquale Chindemi, padre di Paolo, ucciso sempre a gallico il 15 febbraio scorso; la seconda invece, mira a definire la genesi del conflitto con Demetrio Logiudice; un conflitto in cui è morta Fortunata Gortugno, vittima innocente di una faida ‘ndranghetista. «Tutte queste ipotesi- ha dichiarato il procuratore Bombardieri- sono al vaglio degli investigatori. Questo è stato un primo passo che si è reso necessario perché dalle intercettazioni emergeva chiara la volontà, da parte del gruppo, di portare a compimento altre attività delittuose».