La Corte d’Appello de L’Aquila ha disposto la scarcerazione di Vittorio Zampina all’esito della rideterminazione della pena in cinque anni di reclusione e 516 euro di multa. Zampina era stato condannato dal Tribunale di Avezzano in composizione monocratica a nove anni di reclusione per il reato di estorsione, maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi nei confronti della propria convivente. Processo per il quale era stato emesso un decreto di irreperibilità ed i giudici di primo grado avevano applicato nei confronti la disciplina dell’assenza e non quella più favorevole della contumacia.

 

Avverso tale sentenza i legali dell’imputato hanno proposto appello contestando in toto le statuizioni del primo giudice, in particolar modo la circostanza di non aver potuto partecipare al processo di primo grado. La Corte di Appello de L’Aquila accogliendo in toto le richieste difensive degli avvocati Antonio Ludovico del Foro di Catanzaro e Vincenzo Retico del Foro di Avezzano, ha rideterminato la pena in cinque anni, facendo propria una richiesta specifica dello stesso imputato di voler patteggiare la pena in appello. I giudici della Corte di Appello, avendo notevolmente diminuito l’effetto sanzionatorio nei confronti dell’imputato ne disponevano l’immediata scarcerazione. 

 

l.c.