Il provvedimento di sequestro eseguito oggi nei confronti di Gianfranco Arcidiacono, giovane imprenditore della Sibaritide, testimonia dal punto di vista investigativo l'attenzione della Dda di Catanzaro per il territorio cosentino, dove la 'ndrangheta fa sentire in maniera forte e costante la sua presenza.

Il sequestro, disposto dal gip del tribunale di Catanzaro, ha riguardato tre società, insieme ai rispettivi patrimoni aziendali, tra cui numerosi autoveicoli, tre unità immobiliari e diversi conti correnti. Tutti questi beni sono riconducibili all'imprenditore ritenuto contiguo alle cosche Forastefano e Abbruzzese di Cassano Ionio.

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I processi a carico di Gianfranco Arcidiacono

Arcidiacono è imputato in tre processi antimafia: Athena, Gentlemen 2 e Kossa. Nel processo Kossa, già giunto al secondo grado di giudizio, è stato condannato a una pena di oltre due anni e mezzo di reclusione. Attualmente, Arcidiacono è in attesa di presentare ricorso in Cassazione. Quanto ai procedimenti Athena e Gentlemen 2, entrambi pendono in primo grado, dove l'imputato ha optato per il rito abbreviato. In particolare, nel processo Athena, Arcidiacono è accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le indagini su Gianfranco Arcidiacono

L'attività investigativa che ha portato al sequestro dei beni è stata condotta dalla Guardia di Finanza, in particolare dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, con il supporto del Servizio Centrale I.C.O. e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza.

Le indagini si sono concentrate sull'analisi della posizione reddituale di Arcidiacono e dei suoi familiari, con l'obiettivo di verificare la reale disponibilità dei beni, la loro provenienza e la sproporzione tra il valore dei beni sequestrati e i redditi dichiarati dall'imputato.

Obiettivo confisca

Il sequestro è stato disposto in via preventiva, in attesa del contraddittorio davanti al Tribunale di Catanzaro, che dovrà verificare se sussistono i presupposti per la confisca definitiva dei beni. Questo tipo di provvedimento rientra nelle misure di prevenzione patrimoniale previste dal Decreto Legislativo n. 159/2011, applicate nei confronti di soggetti ritenuti pericolosi e sospettati di reati gravi, come quelli indicati nell'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale.

I processi nei quali Arcidiacono è coinvolto riguardano una serie di reati commessi tra il 2017 e il 2023, tra cui associazione finalizzata all'importazione internazionale di sostanze stupefacenti, truffa ai danni dello Stato e violenza privata, tutti aggravati dall'agevolazione della cosca. Le indagini che hanno portato a queste accuse si sono avvalse di strumenti di cooperazione internazionale, fondamentali in particolare nel procedimento Gentlemen 2.