Dopo il rettore della università Mediterranea Santo Marcello Zimbone e il prorettore Pasquale Catanoso, anche altri tre docenti dell'ateneo indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip Vincenzo Quaranta che nei loro confronti, su richiesta della Procura di Reggio Calabria, la settimana scorsa ha disposto l'interdizione nell'ambito dell'inchiesta "Magnifica".

 

Si tratta del professore associato del Dipartimento di architettura ed ex direttore generale dell'ateneo Ottavio Salvatore Amaro, del direttore del Dipartimento di giurisprudenza, economia e scienze umane Massimiliano Ferrara e del professore associato dello stesso Dipartimento di giurisprudenza Antonino Mazza Laboccetta. Assistiti dagli avvocati Guido Contestabile, Umberto Abate e Aldo Labate, i tre indagati hanno preferito non rispondere alle domande del gip e del pm. Lo stesso ha fatto pure il funzionario dell'Area tecnico-scientifica elaborazione dati dell'università Rosario Russo.

 

L'indagine della guardia di finanza ha fatto luce su presunti concorsi pilotati alla Mediterranea dove un'associazione a delinquere, promossa dal rettore Zimbone dal suo predecessore Catanoso, avrebbe gestito la selezione delle commissioni esaminatrici attraverso la scelta di componenti ritenuti "affidabili" e pertanto idonei a garantire un trattamento favorevole ai singoli candidati scelti «direttamente» o a seguito di «segnalazione». Dalle indagini sarebbero emerse, inoltre, irregolarità nella gestione degli appalti e un utilizzo delle carte di credito e delle auto, intestate dell'università, per motivi personali. Devono ancora essere sentiti altri indagati: oltre che per i soggetti colpiti dall'interdizione, infatti, il gip Quaranta ha fissato nove interrogatori preventivi. I primi quattro si svolgeranno domani al Cedir. Gli altri sono previsti per il 3 maggio.
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