Ha indossato la casacca della Croce Rossa e si è messo a distribuire viveri e acqua ai suoi connazionali appena arrivati sui gommoni della Guardia Costiera nell’area portuale di Roccella. Lui è Haseeb, e quando è giunto in Italia dal Pakistan insieme alla sua famiglia compiendo lo stesso viaggio, aveva appena 9 anni.

Adesso, poco più che maggiorenne, parla 7 lingue e da qualche tempo è entrato a far parte dell’equipe dei collaboratori della Caritas diocesana che si occupano di accoglienza e sbarchi. Ieri, nel primo giorno di Ramadan, ha sentito forte il grido di aiuto della sua terra d’origine, e dalla scuola superiore che frequenta a Marina di Gioiosa si è fiondato subito a Roccella vestendo i panni di volontario tra i soccorritori per dare una mano a chi come lui è fuggito da situazioni difficili.

«Ho avuto una sensazione strana – racconta – perché mi sono subito ricordato di quando fui io ad essere stato soccorso. Mi fa molto piacere aiutarli perché conosco i loro sentimenti. Per loro intraprendere un viaggio del genere non è per nulla facile, per me è come se fossero tutti miei fratelli, non solo quelli di nazionalità pachistana, ma anche di tutti gli altri paesi». Dal giovane mediatore pakistano, che sogna costruirsi un futuro e rimanere in Italia a fare il grafico, anche un appello alla comunità calabrese. «Date il più possibile una mano a queste persone – afferma – fuggono dalla loro terra d’origine da situazioni di guerre e crisi politiche, per venire qui in cerca di una vita migliore».