«Non ho dubbi sulla validità dello strumento “scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose” ma sono altrettanto certo che tale strumento vada ripensato, attualizzato e riformato per renderlo più efficace agli scopi prefissi». Lo afferma in una nota il consigliere regionale Alessandro Nicolò (FdI), aggiungendo: «In Calabria, regione che detiene il triste record delle amministrazioni sciolte, sono tanti i Comuni raggiunti svariate volte da questi provvedimenti con veri e propri casi-limite di consigli comunali sciolti in media anche ogni due anni. Basterebbero questi dati per cogliere con palmare evidenza l’esigenza di riformare una normativa che manifestamente non riesce a produrre gli effetti desiderati».


«Il problema non s’è certo attenuato. Tutt’altro. I Comuni, gli enti elettivi e altre istituzioni locali – prosegue l’esponente politico – sono sempre più sottoposti alle interessatissime attenzioni delle organizzazioni mafiose perché la criminalità non mette certo da parte l’intenzione di incidere sugli organi delle amministrazioni sia infiltrandosi all’interno, sia esercitando forme di pressione dall’esterno».


Ancora Nicolò: «Se non ci sono dubbi sulla costituzionalità della normativa, stante il pronunciamento della Consulta, non poche perplessità nascono sul quadro probatorio che sorregge taluni provvedimenti e sull’efficacia dei periodi di commissariamento straordinario degli enti sciolti. Dato per assodato che non ci si basa su reati bensì su indizi e circostanze sospette, appare assai dubbio l’utilizzo di semplici rapporti di amicizia e parentela, neanche sorretti da frequentazione, e di fatti e situazioni che neppure il magistrato inquirente più pignolo prenderebbe in seria considerazione. D’altra parte sono sempre più frequenti le bocciature dei decreti di scioglimento dei consigli comunali, come confermano le sentenze adottate dal Tar del Lazio per un’importante città come Lamezia Terme e una grande cittadina come Marina di Gioiosa Ionica, i cui scioglimenti sono stati annullati in un giorno solo».


«Dice niente – continua Alessandro Nicolò – che l’attuale presidente della Commissione parlamentare antimafia, senatore Morra, si pronunci pubblicamente a favore della necessità di ripensare l’attuale normativa sugli scioglimenti? Ed è doveroso ricordare che un’altra figura politica, l’onorevole Bindi, che ha guidato la stessa Commissione nella scorsa legislatura, aveva avanzato perplessità sulla rigidità dell’attuale normativa».


«Che ci siano molte cose da rivedere – conclude Nicolò – lo ha confermato di recente lo stesso procuratore Gratteri prospettando l’esigenza di dotare di maggiori poteri i commissari straordinari degli enti disciolti, ad esempio, conferendo la possibilità di annullare delibere volute dall’amministrazione precedente fino all’adozione di provvedimenti di licenziamento per taluni casi».