Piromani irrecuperabili, caldo soffocante, leggerezze inopportune da parte di tanti cittadini. Senza dimenticare le manchevolezze dei Comuni – in colpevolissimo ritardo sulla stesura delle mappe del fuoco nella stagione precedente, elemento indispensabile per elaborare statistiche e studiare strategie di contrasto efficaci – e la sempre più avanzata età di buona parte delle squadre antincendio di Calabria Verde: come ogni estate, anche nel 2024 la stagione degli incendi si ripropone seguendo lo stesso copione. Un copione che in questo primo scampolo di stagione ha già fatto contare due morti e che, in più casi, ha rischiato di distruggere case e attività agricole.

Con buona pace dei droni di Occhiuto e Gallo alla ricerca dei piromani sui cieli delle campagne calabresi (come dimenticare il video, in piena emergenza incendi, rimbalzato su tutti i giornali del bambino che appiccava il fuoco ad alcune sterpaglie non troppo lontano da suo nonno) quando l’estate comincia a fare sul serio, le campagne calabresi prendono fuoco con disarmante puntualità, dal Pollino allo Stretto.

Leggi anche

Incendi in Calabria, i morti

Due finora le vittime registrate a causa degli incendi. Lorenzo Francomano è morto pochi giorni fa: l’anziano stava cercando di difendere il suo uliveto dall’avanzare del fronte del fuoco (di probabile origine dolosa) che da ore imperversava sulle campagne attorno a Cassano. Anche a causa delle alte temperature e del vento che ne ha allargato il fronte, il fuoco ha bruciato per ore, divorando alberi e coltivazioni e rendendo difficilissimo il lavoro delle squadre dei vigili del fuoco e di Calabria Verde. Francomano avrebbe provato a intervenire in prima persona nel tentativo di salvare la sua piccola proprietà finendo per essere sopraffatto.

Due giorni fa invece, a Cirò, pochi chilometri più a sud, il corpo di Carmelo Cirantineo (anche lui in età avanzata) è stato rinvenuto da una squadra dei vigili del fuoco impegnata nelle operazioni di spegnimento di un incendio. Il corpo senza vita dell’anziano si trovava a due passi dalla provinciale che conduce in paese e non sarebbe stato colpito direttamente dalle fiamme.

Leggi anche

Incendi in Calabria, le case a rischio nel Reggino

Meglio è andata nel Reggino, nelle campagne tra Grotteria e Mammola che da giorni, nonostante l’intervento di pompieri e protezione civile (e il passaggio dei canadair), bruciano divorando uliveti e macchia mediterranea. «Abbiamo rischiato grosso – dice il sindaco di Grotteria Giuseppe Racco – abbiamo dovuto lottare tutta la notte per mettere in salvo diverse abitazioni di una frazione rurale del paese che erano minacciate da vicino dalle fiamme». Squadre dei vigili del fuoco e della protezione civile hanno lavorato a lungo per domare le fiamme e al loro fianco c’erano gli abitanti della stessa frazione che, come era successo 3 anni fa, si sono mobilitati in prima persona per salvare le proprie abitazioni.

E ancora a Bisignano, a Petronà, a Mesoraca e a Oriolo: anche se (per fortuna) siamo ancora lontani dal disastro del 2023 (l’anno scorso la nostra Regione, assieme alla Sicilia, è stata quella maggiormente colpita dagli incendi) e da quello ancora più devastante del 2021 (quando bruciarono oltre 7mila ettari di boschi antichissimi nell’area protetta del parco d’Aspromonte), fuochi e incendi sono tornati la normalità e il grande caldo che da settimane attanaglia la Calabria potrebbe peggiorare le cose.