L'ex calciatore del Cosenza Calcio Donato Bergamini, per tutti Denis, oggi avrebbe compiuto 62 anni. Invece la sua vita si è spezzata sull'asfalto della 106, all'altezza di Roseto Capo Spulico, il 18 novembre del 1989. La tragedia avvenne in circostanze che ancora oggi sono al vaglio della magistratura, proprio nel momento più alto della sua carriera. A metà degli anni '80 Denis fu protagonista del Cosenza nel ruolo di centrocampista e trascinatore della squadra. Ma quasi trentacinque anni di misteri non hanno spento il suo ricordo. Ieri, l'amministrazione comunale di Grisolia gli ha intitolato il lungomare cittadino in un clima di festa animato da amici, ex compagni di squadra e tifosi rossoblù che non l'hanno mai dimenticato. Alla cerimonia erano presenti anche la sorella, Donata Bergamini, padre Fedele Bisceglia, la rappresentativa del Grisolia Calcio e il collettivo dei tifosi rossoblù di Scalea.

Donata: «Mio fratello sarebbe felice»

Il legame ancora oggi esistente tra Denis e la Calabria, porta anche il nome di Donata, la sorella dell'ex calciatore, che non ha mai tagliato il cordone ombelicale con il Cosenza Calcio e i suoi tifosi. «I ricordi più belli con mio fratello sono le giornate trascorse al mare. Quando sono stata contattata da Giuseppe Bellusci - promotore della manifestazione, ndr - mi si è aperto il cuore, perché Denis ne sarebbe stato veramente felice. Sono sicura - conclude - che lui sorride a questa iniziativa perché oltretutto amava il mare».

Il lungomare dello sport e della salute

«La nostra amministrazione - racconta ai nostri microfoni il vicesindaco Giuseppe Bellusci - sta già lavorando da tempo per trasformare questo lungomare in un luogo di sport all'aperto, per farlo diventare un lungomare dello sport e della salute. Volevamo dargli un nome che ricordasse un personaggio sportivo legato alla nostra terra e credo che Donato Bergamini abbia avuto un legame molto forte con la nostra terra, perché ha rappresentato per anni la squadra di riferimento della nostra provincia. Quello di intitolargli il lungomare potrebbe sembrare un gesto simbolico, di circostanza, ma non lo è, perché questo è un luogo servirà a dare anche un messaggio alle nuove e vecchie generazioni e fare conoscere i valori che Donato Bergamini ha trasmesso grazie allo sport durante la sua breve vita».

Verità e giustizia per Denis

La proposta del vicesindaco è stata subito sposata dall'intera amministrazione comunale. «Questa scelta - afferma il sindaco di Grisolia, Saverio Bellusci - ha doppia valenza. La prima è per omaggiare Donato Bergamini come uomo e come sportivo e la seconda è per mostrare vicinanza alla sua famiglia che attende verità e giustizia da trentacinque anni». Ufficialmente, Denis morì dopo essersi lanciato volontariamente sotto un tir di passaggio sulla statale jonica 106 e le cronache di allora bollarono il caso come suicidio. Ma molti di coloro che conoscevano il calciatore non hanno mai creduto a questa versione, a cominciare dalla famiglia, e da qualche anno al tribunale di Castrovillari si celebra un processo che vede imputata la fidanzata dell'epoca. Secondo il quadro accusatorio, ancora tutto da provare, Denis potrebbe essere stato ucciso e quella del gesto estremo sarebbe tutta una messinscena. «Quindi - continua il primo cittadino - oltre che al fattore sportivo, in questa scelta c'è anche un fattore morale. Noi come amministrazione comunale siamo vicini alla sorella e alla famiglia, che stanno cercando in tutti i modi di fare emergere la verità».

Il suo nome per sempre

Tra coloro che hanno preso parte alla cerimonia, c'era anche Alberto Urban, compagno di squadra di Denis per tre anni. «Era l'amico di tutti - dice, visibilmente emozionato -, era il figlio che secondo me tutti vorrebbero avere, un ragazzo perbene. Denis era un ragazzo che voleva vivere e che purtroppo se n'è andato via troppo presto». Poi conclude: «Credo che questa iniziativa sia una cosa bellissima per noi ex calciatori, per i suoi ex compagni di squadra e per i suoi amici, ma anche per la famiglia. La sorella Donata ci teneva parecchio, perché queste sono cose che restano per sempre».